Cambiamento climatico e ambiente

L’Italia alla guida dello sforzo per imbrigliare l’energia del Sole

16 October 2019 | Scritto da La redazione

Il nostro Paese vince oltre il 50% del valore dei bandi per componenti ad alto contenuto tecnologico del progetto ITER, che cerca di sviluppare la tecnologia per la fusione nucleare

Il prossimo grande passo in avanti della civiltà umana potrebbe essere proprio quello tracciato da ITER, che non a caso significa percorso (oltre ad essere la sigla di International Thermonuclear Experimental Reactor). Si tratta della ricerca della ricetta per far funzionare la fusione nucleare – lo stesso processo che alimenta le stelle -, settore in cui l’Italia è uno degli Stati leader. Con oltre 1,2 miliardi di contratti acquisiti per la realizzazione della prima centrale a fusione al mondo, l’industria italiana dell’alta tecnologia raggiunge quindi un nuovo traguardo, rafforzando la sua leadership nell’ambito di questo Progetto internazionale.

 

Il ruolo dell’Italia. “Le imprese italiane sono riuscite a vincere contratti di forniture e servizi per un valore totale secondo solo a quello della Francia se si considerano anche le opere civili e le infrastrutture”, afferma Johannes Schwemmer, direttore di F4E, Fusion for Energy (F4E) – l’Agenzia Ue che gestisce il contributo europeo alla costruzione di ITER. Un risultato di rilievo, tenuto conto che le commesse vengono assegnate con gare d’appalto su base concorrenziale, selezionando l’offerta migliore secondo i criteri tecnico-economici.

A giudizio di Schwemmer, la forte competitività delle aziende italiane nel campo della fusione nasce dalla ‘’capacità di innovare sviluppata negli anni” ma anche sulla presenza di istituzioni di ricerca nazionali “di grande qualità” e comporta “ricadute molto positive su crescita e occupazione”.

 

Le ricadute economiche. Il progetto ITER, come qualsiasi grande progetto, ha delle importanti ricadute economiche, sociali e occupazionali che portano all’implementazione di nuove strategie, vision e processi innovativi da parte delle aziende coinvolte. I benefici, in un campione di 26 imprese vincitrici di contratti ITER dal 2007 in poi, sono di vario genere: il 93% delle aziende ha dichiarato di aver sviluppato competenze tecniche innovative, nuovi processi (73%) e nuovi prodotti o brevetti (14%). Il 67% ha adottato nuovi standard organizzativi e produttivi e quasi tutte hanno investito sul territorio, a livello locale o regionale, ad esempio esternalizzando alcuni servizi o la realizzazione di componenti. E tutte hanno assunto nuovo personale altamente qualificato, prevalentemente ingegneri.

 

L’energia del Sole. Il progetto ITER è ambizioso. Mira a sviluppare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale capace di avviare un processo capace di autosostenersi e al tempo stesso in grado di generare energia a basso costo e, soprattutto, con un impatto ambientale praticamente nullo. Il sottoprodotto della reazione, infatti, non sono scorie radioattive come accade nelle centrali nucleari a fissione, né gas serra, come accade in quelle a combustibili fossili.

Il processo di fusione, lo stesso che alimenta il nostro Sole e tutte le stelle, trasforma deuterio e trizio, due isotopi dell’idrogeno, in elio-4, un gas inerte, non radioattivo e non serra. La difficoltà principale della fusione sta nelle altissime temperature. Non esiste infatti un materiale capace di contenere il plasma incandescente che viene quindi confinato grazie all’ausilio di campi magnetici di intensità elevatissima.

La redazione
La redazione

leggi tutto