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La blockchain per accelerare la ricerca e proteggere i ricercatori

18 May 2020 | Scritto da La redazione

La blockchain potrebbe essere utilizzata per proteggere il lavoro dei ricercatori durante la pandemia? 

In questo periodo di emergenza abbiamo modo di osservare il faticoso processo di produzione scientifica a una velocità inimmaginabile fino a qualche mese fa, ma con nuovi standard nascono nuovi problemi a cui la tecnologia della blockchain potrebbe fornire una soluzione. Studi che normalmente avrebbero richiesto anni per percorrere la strada fra l’ottenimento dei fondi e la pubblicazione su una rivista scientifica ora vengono pubblicati in mesi, se non settimane, la burocrazia è stata ridotta all’osso e ricercatori di tutto il mondo stanno collaborando come mai prima d’ora per condividere i propri progressi nella lotta alla pandemia. Sorge però un problema, se prima l’attribuzione delle scoperte e la sicurezza dei dati venivano garantiti dagli istituti e dalle grandi riviste scientifiche, oggi c’è la preoccupazione di vedere la propria ricerca e i propri sforzi rubati da ricercatori con meno scrupoli e maggior fama di successo.

La blockchain, secondo uno studio del Vrije Universiteit Amsterdam, del Triall Foundatio, del Netherlands National Institute for Public Health and the Environment e del FutureLab, potrebbe garantire la sicurezza e la correttezza dei dati condivisi dagli scienziati, inoltre, permettere a chiunque di poter risalire al flusso di scoperte che porterà eventualmente alla scoperta di una cura o di un vaccino per il coronavirus, attribuendo in maniera corretta responsabilità e onori.    Fonte.
La redazione
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