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Droni: da armi a strumenti di soccorso

23 October 2019 | Scritto da Alberto Laratro

Una delle considerazioni più importanti da fare quando si parla di tecnologia è che questa non è mai né buona né cattiva intrinsecamente, sono i suoi utilizzi a poterlo essere. Lo stesso vale, quindi, anche per i droni.

Negli ultimi anni i droni stanno vivendo un periodo d’oro, il perfezionamento della tecnologia e il relativo calo di prezzo stanno rendendo possibile a chiunque l’acquisto e l’utilizzo di questi dispositivi. Sul mercato si trovano per tutte le tasche e tutti gli scopi: giocattolini da poche decine di euro, utili per prendere dimestichezza con il volo, mezzi pesanti con molteplici utilizzi e che necessitano di specifiche patenti per essere operati, passando per i famosi trecentini, droni sotti i 300 grammi di peso che non necessitano di una formazione specifica per essere usati ma che forniscono grandi mezzi creativi a videomaker e a chiunque voglia esplorare il mondo del volo.

Come tutte le tecnologie, i droni possono aiutare l’uomo a svolgere compiti complessi in aree difficilmente raggiungibili, ma allo stesso modo possono rivelarsi pericolosi oggetti da combattimento. Sono ben famosi i droni ad ala fissa, praticamente aerei capaci di parziale guida autonoma, usati come armi dall’esercito statunitense che ora sta pensando addirittura di utilizzare la mente dei propri soldati per controllarli a distanza.

 

Droni mortali controllati dal pensiero. Il Pentagono sta cercando di costruire una tecnologia che permetta ai soldati di manovrare droni con il pensiero. Nel maggio del 2019 la DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency, ha incaricato sei team di ricercatori di sviluppare un’interfaccia uomo-macchina che non richieda impianti cerebrali inseriti chirurgicamente e che abiliti il controllo mentale di dispositivi, fra cui appunto i droni, o meglio, sciami di droni equipaggiati con vari tipi di armi.

La questione diventa molto delicata: un’arma di questo tipo solleva moltissime questioni etiche e non solo. Cosa accadrebbe se un dispositivo del genere cadesse nelle mani sbagliate o se chi controlla i droni impartisse un ordine per sbaglio?

Se da un lato i droni possono essere usati per fare del male, dall’altro, come abbiamo accennato prima, possono anche fare del bene, aiutando persone in difficoltà.

 

Droni alla ricerca di dispersi. Recentemente il dipartimento dei vigili del fuoco di Los Angeles ha richiesto di raddoppiare la sua flotta di droni che utilizza per le missioni di ricerca e soccorso, visto l’enorme successo che stanno avendo questi dispositivi in questo tipo di operazioni. E le cose potrebbe diventare ancora più efficienti: giusto qualche giorno fa un bambino di 6 anni di nome Ethan si è perso in Minnesota. Oltre 600 persone sono state coinvolte nelle operazioni di ricerca che per 10 ore hanno setacciato le zone alla ricerca del piccolo Ethan. A risolvere la situazione e a individuarlo, sano e salvo, è stato, però, un fotografo che ha utilizzato un drone con una speciale fotocamera a infrarossi.

Questo è solo un esempio delle possibilità offerte dall’utilizzo dei droni in operazioni di soccorso: sono stati utilizzati, infatti, anche per trovare uomini dispersi in mare, vittime di terremoti ed escursionisti dispersi.

Le tecnologie che stanno dietro i droni, dall’intelligenza artificiale per il volo assistito ai nuovi materiali, sempre più leggeri e resistenti, sono in rapida crescita e l’uso di questi dispositivi è sempre più diffuso. Gli impatti che hanno e che avranno sulla nostra società, però, dipenderanno da come decideremo di usarli.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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