Future Society

I funghi sono il materiale del futuro

28 October 2020 | Scritto da Alberto Laratro

Dall’esplorazione spaziale alla moda sostenibile, dai funghi è possibile estrarre e creare un materiale dalle potenzialità enormi.

I funghi sono ovunque. Nell’aria, nell’acqua, sugli alberi, nei nostri corpi. Alcuni sono commestibili, altri allucinogeni, alcuni infestano i nostri bagni e le nostre cantine sotto forma di muffa, altri sono alla base di rimedi medici come la penicillina o di ottimi formaggi. In futuro però il loro utilizzo potrebbe espandersi notevolmente, scopriamo quali sono i settori in cui i funghi potrebbero diventare il materiale del futuro.

 

Nello spazio. Nella serie tv “StarTrek Discovery” un fungo di origine spaziale, o meglio il micelio (la parte vegetativa del fungo) viene usata come carburante il “motore a spore” della USS Discovery, permettendo di fare salti nello spazio, nel tempo e nel multiverso. Anche se siamo ancora anni luce lontani dall’avere una tecnologia anche lontanamente vicina a questa, nella realtà i funghi già hanno fatto notare le loro potenzialità nell’ambito dell’esplorazione spaziale. A Chernobyl, nei pressi del purtroppo famoso reattore, è stato recentemente individuato un fungo, il Cladosporium sphaerospermum, che è in grado di nutrirsi di radiazioni.

Questa particolare capacità ha subito attirato le attenzioni di molti ricercatori che immaginano già scudi antiradiazioni per le capsule spaziali in grado di proteggere gli astronauti dai raggi cosmici nelle missioni di lunga durata. Non solo, anche le tute spaziali e gli habitat in cui venga inserita una membrana fatta di questo fungo saranno in grado di salvaguardare la salute degli astronauti sulle future basi lunari (e forse anche marziane).

 

Nella moda. Il mondo del fashion è uno dei più inquinanti. La ricerca di materiali più sostenibili è un imperativo che sta impegnando molte realtà, fra queste alcune si sono rivolte proprio ai funghi. Non dobbiamo però immaginare camice e pantaloni fatti di champignon. Quello dei funghi è un regno di organismi che comprende anche lieviti, muffe e tantissimi microorganismi unicellulari e pluricellulari. Questo li rende perfetti come materiale di base per moltissime applicazioni, anche quella tessile. NEFFA, una firma olandese, ha sviluppato un tessuto a partire dalle radici di alcuni funghi. Queste vengono fatte crescere a forma di disco e poi unite per creare abiti senza cuciture. La peculiarità di questi abiti è che una volta gettati semplicemente si decompongono.

Anche brand importanti come Adidas e Lululemon hanno avviato progetti che vedono come protagonista il micelio, sviluppando, attraverso la startup Bolt Threads, un materiale simile al cuoio chiamato Mylo, molto più sostenibile di quello di origine animale.

 

Nell’aldilà. “Living Cocoon” è una bara composta, l’avrete immaginato, da micelio, quelle che sembrano le radici filamentose di un fungo. Secondo i suoi inventori, la bara accelera in modo significativo il tempo necessario a un corpo umano, oltre a tutti gli indumenti e altri materiali che vengono sepolti con esso, per decomporsi, da circa un decennio a un minimo di due anni. Non solo, usando questo metodo di sepoltura si elimina il legno laccato e il metallo che spesso decorano le bare tradizionali e che impiegano decenni per dissolversi, e allo stesso tempo si fornisce nutrimento per il terreno.

 

Nell’edilizia. I puffi, i simpatici omini blu nati dalla matita del fumettista belga Pierre Culliford, vivono all’interno di case costruite da funghi in armonia con la natura. Forse dovremmo imparare qualche nozione edile proprio da loro. Prendendo un substrato adatto, come della segatura o residui di produzione agricola, e permettendo al micelio di crescere, si ottiene un materiale solido che può essere fatto crescere in qualsiasi forma si voglia.

Questa la sfida intrapresa da The Living Studio in collaborazione con Ecovative Design nel progetto Hy-Fi, un padiglione del MoMA PS1, il famoso museo d’arte contemporanea, alto 12 metri e costruiti interamente di mattoni fatti di micelio. L’iniziativa non solo ha dimostrato la fattibilità di un’edilizia che sfrutti funghi e materiali di scarto come materia prima, ma anche come questi siano completamente degradabili. Alla fine della mostra, dopo due mesi, la struttura è stata smantellata e compostata completamente. Se quella strutturale è una funzione che il micelio può supportare in potenza, nella realtà altri usi sono già più concrete. Come la creazione di pannelli isolanti e insonorizzanti.

I funghi sono biodegradabili al 100%, crescono dai rifiuti, si trovano in abbondanza sul pianeta e posseggono caratteristiche dal potenziale enorme, in particolare il micelio potrebbe portare a enormi innovazioni senza il bisogno di sviluppare nuove tecnologie o materiali di sintesi. Senza contare che sulla pizza sono buonissimi.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

leggi tutto