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La rivoluzione della “carne finta” investe anche i fast food

28 August 2019 | Scritto da La redazione

Dopo Burger King, che ha annunciato l’arrivo della “carne senza carne” in alcuni suoi locali, anche KFC si butta su questo nuovo mercato. La scelta si rivelerà vincente?

Non è passato troppo tempo da quando Greenpeace accusava i fast food di “crimini forestali”, puntando il dito in particolare sul loro ruolo nella deforestazione di molte zone del pianeta (Amazzonia in testa, che in questo periodo si trova in condizioni critiche), trasformate in aree per l’allevamento e per la coltivazione della soia, utilizzata in modo massiccio per sfamare pollame, suini e manzo. Oggi, però, le grandi catene di quello che viene definito “cibo spazzatura” si stanno aprendo a nuove tendenze alimentari, complice un cambio dei consumi e una maggiore sensibilità verso la salute e le tematiche ambientali. Ed è così che la “carne finta” di Impossibile Foods e Beyond Meat entra in due dei fast food più famosi del mondo, Burger King e Kentucky Fried Chicken. Sarà questo il futuro?

L’annuncio di KFC. Kentucky Fried Chicken: il nome dice tutto sul menu della catena meglio nota con l’acronimo KFC. Ma presto il pollo fritto potrebbe non essere più di pollo: l’azienda ha annunciato l’intenzione di vendere prodotti a base di proteine vegetali di Beyond Meat, promettendo un Beyond Fried Chicken così delizioso da essere identico all’originale. La sperimentazione è partita con un unico ristorante, ad Atlanta, con l’obiettivo di raccogliere i feedback dei clienti e valutarne una maggiore diffusione. Ma gli americani sono pronti a questa rivoluzione? Sembrerebbe di sì, il “finto pollo” è andato esaurito in meno di 5 ore.

La sperimentazione è già iniziata. La “carne senza carne” ha fatto il suo debutto nei fast food già da qualche mese, con la catena Burger King che ha messo in commercio un panino fatto con la carne di Impossible Food. La sperimentazione degli Impossibile Burger (King) è iniziata nei locali della zona di St. Louis, in Missouri. L’hamburger, composto di soia, lieviti e proteine del grano, delle patate e olio di cocco, risulta migliore dal punto di vista nutrizionale rispetto a panini tradizionali e sembra aver convinto i consumatori: anche per i più “carnivori” è comunque meglio di un hamburger vegetariano tradizionale. E volendo si può aggiungere anche il bacon, anche quello ovviamente senza carne.

Salute, ambiente e futuro. Il fatto che anche i fast food, da sempre simbolo del consumo smodato della carne, stiano esplorando questa via “meat free” è un fatto piuttosto indicativo. Il prodotto proposto, rispetto agli esordi, è di gran lunga migliore e sempre più simile alla carne “vera”. Inoltre, dato assolutamente non trascurabile, stanno cambiando le abitudini di consumo dei cittadini, sempre più sensibili al tema salute e dunque intenzionati a ridurre il loro consumo di carne. Un peso, infine, ce l’ha sicuramente una maggiore consapevolezza sulla situazione ambientale: l’allevamento di animali da macello è la causa del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica e proprio dietro alla filiera della carne (allevamento e produzione di mangimi per gli animali) si trovano le ragioni del disboscamento in numerose aree del pianeta, Amazzonia in testa.

Il consumo medio di carne a persona è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni e secondo alcune proiezioni delle Nazioni Unite, entro la metà del secolo il consumo globale di carne aumenterà del 76%: se anche i fast food si stanno “convertendo” forse è proprio giunta l’ora di invertire la tendenza.

La redazione
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