Future Society

Smart working: la nuova frontiera che sta cambiando la nostra vita

21 September 2020 | Scritto da Benedetta Bozzoli

Impatti e conseguenze dello smartworking

Secondo il ministero del Lavoro, i lavoratori in smart working sono oggi 1,6 milioni, a fronte dei 220mila che lavoravano da casa prima dell’emergenza sanitaria. Il coronavirus ha cambiato le nostre vite durante l’emergenza, ma ci lascia anche un’eredità che potrebbe avere effetti nel medio e lungo periodo. Lo smart working è stata l’unica alternativa possibile che ha permesso a milioni di persone in tutto il mondo di lavorare da casa durante il periodo del lockdown ma ormai è evidente che non sia affatto una soluzione applicabile solo in condizioni di emergenza, anzi. Le conseguenze sono molteplici e non toccano solo la sfera lavorativa.

Immaginate per un attimo di lavorare per un’azienda che vi permette di svolgere il vostro lavoro interamente da casa: riunioni, presentazioni, seminari, corsi d’aggiornamento senza uscire dalle mura domestiche, con una conseguente maggiore flessibilità di orari e più tempo da dedicare ai vostri affetti e interessi.

Allo stesso tempo non avreste bisogno di vivere vicino al vostro ufficio, non dovreste svegliarvi presto la mattina, potreste fare comodamente colazione a casa e infine prepararvi in breve tempo per poi collegarvi tramite il portatile con i vostri colleghi. Niente appartamento per i lavoratori fuori sede, niente bus o metro, niente cornetto e cappuccino al bar, niente pausa pranzo con i colleghi.

 

Ripercussioni sul mercato immobiliare e sulle imprese. Se non avete bisogno di vivere vicino al vostro ufficio potreste trasferirvi in zone in cui il costo della vita è più basso. Lo sanno bene nell’nell’area di San Francisco e della Silicon Valley, una delle zone più care d’America in termini di costi di locazione, dove c’è stata per anni una sempre maggiore richiesta di alloggi, con un conseguente aumento dei prezzi, Ma da quando con il coronavirus molte aziende della Silicon Valley hanno adottato lo smart working, si è registrato un calo nei prezzi di affitto. Lo stesso sta accadendo in altre città americane, New York in primis, e potrebbe presto verificarsi anche in Italia dove si attendono gli effetti anche del cosiddetto South Working.

 

Il South working: nel nostro Paese molti lavoratori e studenti provenienti dal Sud Italia hanno avuto la possibilità di tornarvi, un fenomeno conosciuto come south working. Nelle grandi città italiane del Nord la domanda di alloggi cala e i prezzi si abbassano. Tra il 2002 e il 2017 ben due milioni di persone hanno lasciato il Sud Italia, 132mila solo nel 2017. I vantaggi sono molti, l’economista Enrico Moretti cita l’esempio di un dipendente di un’azienda milanese che potendosi trasferire in Sicilia godrebbe di un costo della vita inferiore ma con lo stesso stipendio di quando lavorava a Milano, e naturalmente potrebbe riabbracciare i propri cari.

Questa potrebbe essere l’occasione di colmare un’enorme perdita di capitale umano, quella relativa ai giovani che lasciano la loro terra di origine in cerca di opportunità: serve però, come sostiene Luca Bianchi, direttore dell’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, progettualità nei campi di istruzione, sanità, connettività, trasport..

 

Gli effetti sui servizi pubblici, piccole attività e ambiente: Un altro punto molto importante è quello delle attività che basano il loro business sul via vai di lavoratori. Confesercenti stima che la diminuzione dei clienti degli esercizi pubblici e dei ristoranti porti una perdita di circa 250 milioni di euro al mese a cui va sommato anche un 35% di guadagni in meno a causa della mancanza di turisti. Lo stesso vale per i trasporti pubblici, che subirebbero un calo di affluenza nel momento in cui sempre più persone scelgono di lavorare da casa, con conseguente possibile calo degli investimenti per rafforzare le reti cittadine. Se durante il lockdown lo smartworking ha fatto bene all’ambiente, con un calo netto nelle emissioni giornaliere nei contesti urbani e industriali di tutto il mondo, è altrettanto vero che il Covid potrebbe portare, nel lungo perido, a un utilizzo sempre maggiore di mezzi privati.

 

La discussione sugli stipendi: Avendo adesso la possibilità di lavorare da casa, molti lavoratori si trasferiscono in zone meno care, e alcuni lavoratori stranieri tornano nel proprio paese d’origine. Qui si apre un’altra questione: quella degli stipendi. Trattandosi di metropoli con un costo della vita così elevato, anche gli stipendi sono generalmente alti. Alcune aziende stanno quindi avanzando l’ipotesi di un taglio di stipendio a fronte di un numero sempre maggiore di lavoratori che sceglie di trasferirsi in zone meno costose. Alcuni dipendenti che hanno scelto di vivere in queste zone, meno costose e con uno standard di vita più elevato, hanno accettato di guadagnare di meno. Da un sondaggio condotto da IZI in collaborazione con Comin & Partners, emerge che il 37% dei lavoratori italiani intervistati accetterebbe di percepire uno stipendio più basso continuando a lavorare da casa.

 

Come affrontare questo cambiamento? Gli interrogativi sono tanti e come abbiamo visto interessano diversi ambiti e settori. Alcune aziende hanno infatti già dato la possibilità ai propri dipendenti di continuare a lavorare da casa per sempre. Quali saranno gli effetti sulle piccole imprese? Quali saranno gli effetti sull’ambiente? Quali le conseguenze sulla qualità della vita degli individui?

Benedetta Bozzoli
Benedetta Bozzoli

Studentessa al liceo scientifico internazionale. Sono appassionata di tecnologie emergenti e intelligenza artificiale di cui mi piace comprendere i cambiamenti che porteranno nelle nostre vite.

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