Cambiamento climatico e ambiente

Per affrontare la crisi climatica servono fiducia e visibilità

6 September 2019 | Scritto da La redazione

Adottare abitudini a minor impatto ambientale che siano molto visibili porta anche altri ad adottarle. Un meccanismo di azione dal basso che può portare a trasformazioni su larga scala nei nostri consumi.

Non è solo il clima a essere fortemente influenzato da processi di feedback, anche i comportamenti umani sono soggetti a questo fenomeno, e potrebbero contribuire alla lotta alla crisi climatica. Uno studio dell’Università di Bologna, della Georgia State University e della Princeton University ha esplorato la cooperazione per la gestione sostenibile dei beni comuni locali e globali.

 

La pressione sociale. Dai risultati emerge che i cittadini sono spinti a compiere azioni utili per l’ambiente quando la loro visibilità è alta a livello locale: un effetto a catena che moltiplica la diffusione dei comportamenti positivi fino a trasformarli in “norme sociali”. Non solo, aggiungono i ricercatori: questo meccanismo di azione dal basso può allargarsi fino a produrre trasformazioni su larga scala e arrivare ad influenzare anche gli accordi internazionali sul clima.

Una persona che installa pannelli solari sul tetto della propria casa porta altri a fare lo stesso e più persone mettono in atto pratiche di questo tipo, più ne vengono influenzate, un ciclo di pressione sociale che si autoalimenta fino a raggiungere dimensioni importanti e capaci di instaurare nuove norme anche a livello nazionale.

 

Non è così semplice. Le cose sono leggermente più complesse e altri fattori entrano in gioco quando si tratta di mettere in atto azioni e comportamenti impulso ad azioni comuni per la lotta al cambiamento climatico non è affatto semplice, per almeno due motivi: i benefici che derivano dal comportamento virtuoso di un singolo attore – che sia una persona o uno stato – vengono goduti anche da chi non ha adottato lo stesso comportamento, e l’effetto di questi benefici non è comunque immediato, ma andrà ad influenzare soprattutto le generazioni future.

 

Serve fiducia. Un altro elemento fondamentale è la fiducia. “Nei paesi in cui il livello di fiducia reciproca è alto – spiega Alessandro Tavoni, ricercatore dell’Università di Bologna tra gli autori dello studio – sono maggiori le azioni intraprese dai singoli cittadini per la riduzione delle emissioni”, “Questo perché ci si aspetta che i propri concittadini, e magari anche i cittadini di altri paesi, si impegneranno allo stesso modo per favorire il bene comune”.

Questo processo funziona anche a livelli nazionali e internazionali, dove l’annuncio da parte di un paese o di un gruppo di paesi di azioni significative per la riduzione delle emissioni finiscono per influenzare gli altri stati, che a loro volta decidono di intraprendere azioni simili. Un esempio viene dall’Irlanda, che ha annunciato poche settimane fa di essere pronta a far salire la tassa sull’anidride carbonica fino ad 80 euro per tonnellata di CO2.

La redazione
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