Cambiamento climatico e ambiente

Riassorbire il cambiamento climatico

10 February 2021 | Scritto da Alberto Laratro

A che punto siamo con le tecnologie di assorbimento della CO2

100 milioni di dollari. Questa la cifra messa in palio da Elon Musk, in collaborazione con la XPrize Foundation, per chi riuscirà a sviluppare una nuova tecnologia che sia efficace nell’assorbire almeno una tonnellata di CO2 al giorno e nell’immagazzinarla in maniera sicura e sana per l’ambiente. La sfida di Musk pone nuovamente l’interesse sulle tecnologie di assorbimento di CO2, dette anche di Carbon capture and storage. Anche se i principi base del loro funzionamento sono noti e facilmente replicabili ciò che manca è la scalabilità. Troppo onerosi, troppo costosi – economicamente e dal punto di vista energetico – o non in grado di gestire grandi quantità di anidride carbonica. L’innovazione tecnologica può contribuire a ridurre gli impatti della crisi climatica, ma per farlo ha bisogno prima di tutto di trovare la formula magica che renda l’assorbimento della CO2 uno sforzo sostenibile, se non addirittura redditizio.

Se a oggi questa combinazione non è ancora stata individuata sono moltissime le startup e i gruppi di ricerca che investono in questa direzione e che ora mirano al premio indetto da Musk (e a contribuire a salvare il pianeta). Scopriamo le principali compagnie che stanno portando avanti questo mercato e a che punto sono con le tecnologie di assorbimento della CO2.

 

Dalle emissioni al carburante. See O2 Energy è una startup canadese che sta sviluppando un metodo efficiente per trasformare la CO2 emessa dalla combustione di fonti fossili in nuove risorse. Usando delle speciali celle a combustibile sono in grado di avviare un processo elettrochimico che trasforma l’anidride carbonica e l’acqua in syngas, una miscela di idrogeno e monossido di carbonio, utilizzabili per produrre nuovamente carburante.

 

Il mattone di canapa e CO2. La startup Mirreco, nata in Australia, mira a costruire prodotti per l’edilizia usando una combinazione di canapa e di CO2. La canapa è una delle biomasse che cresce più in fretta e che quindi ha un alto livello di assorbimento del gas serra dall’atmosfera. Combinandola con speciali polimeri Mirreco è in grado di immagazzinare l’anidride carbonica in mattoni, plastiche, e altri prodotti per l’industria delle costruzioni.

 

Nutrimento dall’inquinamento. Oltre gli alberi, uno dei modi più efficaci per immagazzinare la CO2 è quello di rimetterla da dove proviene, nel terreno. Ci sono però alternative più smart, come quella proposta da Deep Branch Biotechnology, una startup britannica che ha sviluppato una tecnologia scalabile che genera, a partire dai gas emessi dai processi industriali e utilizzando dei particolari microorganismi, delle proteine che possono venire usate come alternativa alla soia per nutrire gli animali.

 

Trasformare la CO2 in minerali. Raggiungere la neutralità del carbonio è uno sforzo su larga scala che incoraggia quante più tecnologie possibile per rimuovere e riutilizzare le emissioni di carbonio. La cattura e l’utilizzo del carbonio è un’importante tecnologia di riduzione delle emissioni in grado di rimuovere l’anidride carbonica prima che le industrie rilascino l’inquinante nell’atmosfera. I progressi nelle tecnologie di conversione e utilizzo del carbonio producono minerali ed energia che sono adatti per il riutilizzo negli impianti industriali.

La startup statunitense Carbonfree Chemicals offre tecnologie proprietarie che riducono le emissioni di carbonio e altri inquinanti producendo bicarbonato di sodio, acido cloridrico, soda caustica e candeggina. Questi gas serra vengono trasformati in prodotti per la produzione di tubi e vetro in PVC, mangimi per bovini, decapaggio dell’acciaio e nell’industria petrolifera e del gas.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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