Città e Trasporti

L’estate del futuro: le tecnologie ci salveranno dagli ingorghi stradali?

24 August 2018 | Scritto da La redazione

Anche questa estate non sono mancati i week end da “bollino nero” sulle strade italiane. Ma in futuro le nuove tecnologie potrebbero venire in soccorso degli automobilisti, evitando loro colonne e ingorghi

Siamo alla fine di agosto e quello che sta arrivando si prospetta l’ultimo fine settimana di “esodo” sulle strade italiane. Chi si siederà al volante, oltre al “trauma” del ritorno alla quotidianità dopo le tanto sognate vacanze, dovrà fare i conti con i classici ingorghi stradali, che dilatano i tempi del viaggio in modo esponenziale e aumentano il rischio di incidenti. Per evitare il traffico i rimedi non sono molti: viaggiare di notte, non partire nell’orario di punta, studiare percorsi alternativi, evitare almeno i camion partendo di domenica. Tutte soluzioni “improvvisate” e la cui efficacia e tutt’altro che certificata. In futuro, però, a salvarci potrebbero essere le nuove tecnologie: dalle auto a guida autonoma ai semafori intelligenti, sono tante le innovazioni che potrebbero aiutare gli automobilisti di domani.

Se guidassero dei robot le cose andrebbero meglio. Non si tratta di una suggestione fantascientifica ma del risultato di uno studio giapponese datato addirittura 2013, quando le auto a guida autonoma erano ancora molto distanti, e confermato più di recente dal lavoro di un team della Vanderbilt University del Tennessee. In occasione del primo studio, quello del 2013, i ricercatori hanno messo 22 vetture su un anello a corsia singola lungo 230 metri e hanno chiesto ai conducenti di guidare a 30 km/h. Per i primi minuti il flusso del traffico è stato regolare, ma ben presto rallentamenti e frenate improvvise ne hanno alterato la fluidità propagandosi all’indietro come un’onda in un liquido e causando, a distanza di chilometri, il più classico degli ingorghi.
Un esito analogo a quello a cui hanno assistito gli studiosi americani, che hanno fatto viaggiare 36 auto in una gigantesca pista di prova, messa a disposizione dalla casa automobilistica Ford, che ha collaborato allo studio. I ricercatori, in seguito, hanno svolto lo stesso test facendo girare sul circuito auto con tecnologia di frenata automatica e il risultato è stato decisamente diverso. Questo perché, per riassumere quanto contenuto negli studi, è l’uomo a causare il traffico: una frenata brusca, una manovra affrettata o un piccolo rallentamento, a distanza di chilometri possono trasformarsi in colonna. Le tecnologie di assistenza alla guida già disponibili in commercio possono essere utilizzate per influenzare positivamente il flusso di traffico e, in futuro, con robot o sistemi di intelligenza artificiale alla guida, la situazione potrebbe migliorare ulteriormente: niente eccessi di nervosismo, niente manovre brusche, velocità costante e, di conseguenza, niente ingorghi stradali.

L’algoritmo della “flotta minima”, contro il traffico delle metropoli.  Non è solo il traffico nelle autostrade a rischiare di compromettere la serenità di turisti e vacanzieri, ma anche gli ingorghi cittadini. In particolare quelli nelle grandi città, che in estate sono affollate di visitatori che sfruttano i taxi per spostarsi più velocemente (o almeno questa è l’intenzione). Un algoritmo messo a punto dai ricercatori del nostro Cnr, del Mit e della Cornell University, permetterebbe di ottimizzare i tragitti di questi mezzi, evitando così di congestionare il traffico solo in alcune zone. La chiave per organizzare i taxi, spiegano i ricercatori che con questo studio hanno conquistato la copertina della rivista Nature, sta nella distribuzione delle corse, studiata in modo che ogni veicolo compia il minor tragitto possibile senza passeggero: in questo modo si potrebbe ottenere una riduzione del numero di auto della “flotta” di oltre il 30%, con livelli di servizio “quasi ottimali”.  “Se prendiamo Manhattan nel suo complesso, – sottolinea Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del Mit – potremmo soddisfare teoricamente la sua richiesta di mobilità con 140.000 auto, circa la metà di quelle che circolano ora. Questo significa che il problema della mobilità del domani può essere affrontato non necessariamente con più infrastrutture, ma con più intelligenza. Noi abbiamo analizzato il sistema dei taxi perché è un caso di studio interessante e avevamo molti dati disponibili – conclude Santi – ma si applica pari pari a realtà come Uber e Lyft e ancora di più, nel futuro, alle auto a guida autonoma. Gran parte della mobilità in futuro sarà servita da questi servizi on demand, che grazie a questi studi potranno stimare opportunamente la dimensione della flotta”.

L’auto del futuro, un’arma in più contro il traffico. Guida autonoma ma non solo: le auto di domani potrebbero essere in grado di fare anche molto altro come, per esempio, comunicare. Non solo con lo smartphone del conducente, come avviene oggi, ma anche con l’ambiente circostante. Secondo un progetto australiano, grazie all’introduzione di semafori intelligenti in grado di interfacciarsi con le vetture, il problema del traffico cittadino potrebbe essere presto risolto. Un sofisticato sistema di sensori dovrebbe registrare i dati relativi al traffico, la velocità dei veicoli, i movimenti e le andature dei pedoni. Sulla base di queste informazioni, il progetto prevede la creazione di alcuni algoritmi che saranno utilizzati per impostare la durata dell’alternanza delle luci dei semafori in modo da velocizzare e regolarizzare il traffico.
Anche un colosso dell’informatica come Ibm sta lavorando in questa direzione: ha infatti depositato un brevetto per una tecnologia che userà intelligenza artificiale, telecamere e sensori per controllare i semafori. Una gestione più performante e dinamica dei tempi dei semafori, dunque, per garantire uno smaltimento più efficace degli ingorghi nelle zone critiche e nelle ore di punta, basato sul traffico reale e sulle necessità di guidatori e pedoni.

La strada tracciata da ricercatori e innovatori per evitare il traffico sembra incoraggiante. Speriamo, dunque, che l’estate del futuro sarà liberà da ingorghi stradali e colonne infinte. Per chi, invece, dovrà mettersi al volante in questo week end di fine agosto, non resta che sperare e munirsi di tanta, tanta pazienza.

La redazione
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