Future Society

Nel 2021 ci saranno ancora concerti?

27 January 2021 | Scritto da Alberto Laratro

Il futuro degli eventi dal vivo in un mondo post-Covid

Fra le tante cose che la pandemia di Covid-19 i concerti sono forse quelli che faticheremo di più a rivedere nel breve periodo. L’idea di riempire un piccolo spazio con centinaia, migliaia o decine di migliaia di persone, ammassate, sudate e che cantano e urlano – che è in fondo la parte bella degli eventi dal vivo – al momento ci appare folle. Eppure, l’industria della musica, e non solo, che vive proprio di questo non può fermarsi. Trovare nuove soluzioni e nuovi modi di creare eventi sociali di massa è una sfida non da poco, a cui però già in molti hanno provato a dare una risposta, anche usando la tecnologia.

 

Concerti virtuali. All’inizio del lockdown diversi cantanti, più e meno famosi, hanno provato ad allietare per qualche ora le giornate dei tanti costretti in casa con concerti trasmessi in diretta dal loro salotto. Un palliativo improvvisato che però ha mostrato il potenziale di un nuovo approccio all’intrattenimento di massa. Ora che abbiamo compreso come la convivenza con il virus dovrà cambiare le nostre abitudini, questo approccio ha trovato nuova linfa, puntando a produzioni più ambiziose. Un esempio è stato il festival in livestream organizzato da Dua Lipa’s Studio 2054, con contributi, fra i tanti, di Miley Cyrus e Elton John.
C’è però chi si è spinto più in là, come il rapper Travis Scott che ad Aprile del 2020 ha tenuto il primo concerto in un videogioco. L’evento, sull’ormai famosissimo Fortnite, ha visto un tripudio di effetti speciali dove un cantante gigantesco si è esibito davanti ai giocatori.

 

Questo concerto è una palla. Per quanto gli eventi virtuali permettono ai fan di ascoltare i propri idoli anche senza uscire di casa, il fascino di un concerto dal vivo, l’adrenalina che sale, il suono delle casse che rimbomba nel petto, sono esperienze che è difficile, per ora, replicare su piattaforme digitali. C’è perciò chi ha provato a immaginare un modo nuovo di fruire i concerti, come i Flaming Lips, che hanno organizzato un concerto dove cento spettatori hanno potuto ascoltare le proprie canzoni preferite, tutti insieme, ma ciascuno all’interno di una speciale bolla di plastica. All’interno di ciascuna di queste c’era uno speaker per poter sentire meglio la musica, delle bottiglie d’acqua, un piccolo ventilatore, un asciugamano e due cartelli, uno per indicare la necessità di usare il bagno, l’altro con scritto sopra “fa troppo caldo qui dentro” per segnalare situazioni di surriscaldamento all’interno di quelle che sono in tutto e per tutto delle micro-serre sferiche.
Per quanto ristretto e, diciamocelo, strano, l’evento è stato un successo e ha fornito un esempio concreto di come, almeno per un po’, potremo assistere agli eventi dal vivo in maniera sicura.

 

Show all’aperto, più aperti. Un’altra modalità che permetterebbe di assistere all’assolo del proprio idolo è quello che ha avuto luogo al Gosforth Park di Newcastle. Un festival all’aperto in cui gli spettatori, divisi per gruppi di conviventi, erano separati da micro-palchi transennati, garantendo le distanze di sicurezza con gli altri gruppi. Un metodo, questo, poco innovativo e forse di difficile organizzazione per grandi numeri ma che potrebbe permettere a un settore in forte difficoltà di riprendere a divertire e intrattenere il pubblico e a sostenere chi ci lavora.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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