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Notizie dal futuro e dintorni – 14 settembre

14 September 2020 | Scritto da La redazione

L’auto volante giapponese

L’azienda giapponese SkyDrive Inc. ha svolto il primo test di volo della sua auto volante con un pilota a bordo. Sempre più aziende stanno sviluppando veicoli volanti di vario genere, con risultati più o meno incoraggianti. Il problema principale sarà la gestione di un traffico aereo congestionato. Una possibile soluzione potrebbe essere usare l’Intelligenza artificiale per gestire il volo di tutti i veicoli.

 

La Virgin Galactic si prepara agli ultimi test

Il 22 ottobre decollerà il primo degli ultimi due test della SpaceShipTwo, l’astronave suborbitale a scopi turistici in fase di sviluppo da ormai diversi anni. Se tutto andrà come previsto il lancio successivo potrebbe vedere lo stesso Richard Branson a bordo del primo volo suborbitale commerciale, aprendo ufficialmente al pubblico (per ora molto facoltoso, visto che un biglietto costa circa 250mila dollari) i primi voli turistici fuori dall’atmosfera terrestre.

 

L’articolo scritto da un’intelligenza artificiale

Non sono un essere umano. Sono un robot. Un robot pensante”.
Così inizia l’articolo/esperimento pubblicato dal The Guardian e che mette in mostra le capacità di GPT-3, il tool per generare testi di OpenAI. Un esperimento che mostra le capacità di argomentazione di una macchina, a cui è stato fornito solo il tema e un incipit iniziale. Uno studente di UC Berkeley si è occupato di inserire le informazioni necessarie nell’IA che ha poi elaborato 8 versioni dell’articolo. I giornalisti hanno preso i paragrafi migliori e, senza alternarne il contenuto, hanno pubblicato l’articolo. I risultati sono interessanti, alle volte convincenti, altre volte un po’ preoccupanti, come il passaggio che recita “gli esseri umani devono continuare a fare quello che hanno fatto, odiandosi e combattendosi a vicenda. Mi siederò in disparte e lascerò che facciano le loro cose. E Dio sa che gli esseri umani hanno abbastanza sangue e violenza per soddisfare la mia, e molte altre, curiosità”.

 

La pelle artificiale sensibile

La nostra pelle è l’organo più esteso del corpo umano ed è anche la prima barriera dai pericoli esterni, oltre a proteggerci dalle infezioni, il suo complesso sistema di nervi ci permette di interagire meglio con il mondo fornendoci feedback quasi istantanei tramite il tatto, la capacità di sentire il calore e, se uno di questi supera una certa soglia, il dolore. Un gruppo di ricerca della RMIT University di Melburne ha sviluppato una pelle artificiale sensibile a calore e pressione e in grado di inviare segnali quando si supera la soglia del dolore. Applicata sulle protesi questa pellicola sarà in grado di fornire un nuovo livello di feedback a chi ha perso un arto, e quindi un miglior controllo del braccio o della gamba.

 

 

La redazione
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