Cambiamento climatico e ambiente

L’estate del futuro: le conseguenze del cambiamento climatico sul nostro pianeta

17 August 2018 | Scritto da La redazione

L’ondata di calore che ha colpito l’Europa le scorse settimane è il sintomo di un problema ben più grande, che coinvolge il globo interno. Quali saranno gli effetti irreversibili che il riscaldamento globale avrà sul pianeta Terra?

Per molti l’estate del 2018 sembra sempre di più una versione moderna delle bibliche piaghe d’Egitto. E in particolare per gli abitanti dell’Europa del Nord, che nelle ultime settimane hanno sofferto temperature anni fa impensabili per i paesi nordici. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford e dal World Weather Attribution network ha evidenziato che nel mese di luglio Norvegia, Svezia e Finlandia in particolare hanno raggiunto temperature record, con alcune città vicine al Circolo Polare Artico che hanno visto i termometri superare per la prima volta i 30°. In Svezia, in particolare, il caldo e la siccità eccezionali hanno causato oltre 80 roghi spontanei che hanno messo in difficoltà l’intero paese, poco abituato a fronteggiare emergenze simili. Un’ulteriore prova delle conseguenze del riscaldamento globale nel Paese, dopo che la montagna Kebnekaise, il punto più alto del paese, ha perso il suo primato quando poche settimane fa si è sciolto il ghiacciaio che la ricopre.

E anche il maestoso ghiacciaio Dachstein, in Austria, sembra destinato a subire una fine simile: “Il ghiacciaio si sta sciogliendo così velocemente che lo si può vedere a occhio nudo”, ha raccontato il meteorologo Klaus Reingruber. In Svizzera, invece, il caldo ha provocato un innalzamento delle acque del Reno: ben 27,6°, temperatura limite che ha decretato la morte di oltre una tonnellata di pesci. Nel frattempo, l’esercito svizzero si sta attrezzando per portare riserve d’acqua alle mucche in alpeggio, che rischiano di morire per la siccità che ha colpito la zona.

Anche se è il Nord Europa dove si registrano aumenti di temperature più alti rispetto alla media globale, nemmeno le regioni più a sud sono risparmiate: Spagna e Portogallo nelle scorse settimane hanno visto picchi di temperature sfiorare i 40°.

“In passato, queste ondate di calore accadevano circa ogni 10 anni, e ora invece ne facciamo esperienza quasi ogni due anni,” spiega François-Marie Bréon, climatologo e vicedirettore del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement, un istituto di ricerca affiliato al Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica “Questo è davvero il segno del cambiamento climatico: abbiamo ondate di calore che non sono necessariamente più intense ma che sono sempre più frequenti.”

Temperature che un tempo erano viste come valori anomali – come quelle dell’estate 2003, quando quasi 70.000 persone sono morte in tutta Europa per conseguenze associate al caldo – “diventeranno la norma in estate entro il 2060”, ha detto Jean Jouzel, che è stato vice presidente del Intergovernmental Panel on Climate Change nel 2007 quando vinse il premio Nobel. “Ondate di calore occasionali potrebbero spingere le temperature in Europa verso i 120 gradi, a meno che non ci sia un drammatico rallentamento delle tendenze del riscaldamento globale.”

“È come entrare in un altro mondo.” Continua Jouzel, “Ed è un mondo a cui non siamo abituati. Per l’Occidente si parla di un sostanziale cambiamento di clima, se non riusciamo a combattere efficacemente contro il riscaldamento globale”.

Ma quali saranno le conseguenze di temperature sempre più alte per la Terra? David Wallace-Wells, un giornalista del New York Magazine, ha analizzato le più importanti ricerche scientifiche sul cambiamento climatico per scoprirlo. Nel suo esteso articolo, ne prende in esame diversi aspetti, dalle conseguenze sulle riserve di cibo e acqua, ai livelli di inquinamento e alle condizioni delle acque terrestri.

Temperature

Uno degli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi è quello di mantenere la temperatura della superficie terrestre entro i +2° C, considerato dagli esperti il limite oltre il quale ci sarà la catastrofe: ovvero lo scioglimento dei ghiacci ai poli e un innalzamento delle acque tale da rendere inabitabili molte zone costiere e causare milioni di sfollati. Le Nazioni Unite, però, hanno previsto che ai ritmi attuali di produzione di anidride carbonica derivante dall’attività umana, la temperatura potrebbe arrivare a +4° C entro il prossimo secolo. Ma altre previsioni più pessimistiche stabiliscono che la temperatura potrebbe arrivare in realtà a +8° C rispetto alla media. Secondo i ricercatori, molti danni causati dall’inquinamento globale sono a questo punto inevitabili; ma se si interviene in tempi brevi e con misure incisive e condivise globalmente c’è la possibilità di scongiurare quelli più devastanti.

Cibo e acqua

Una buona parte del consumo alimentare degli esseri umani si basa sulle coltivazioni cerealicole. Con l’innalzamento delle temperature, si stima che i campi di cereali arriverebbero a produrre fino al 15-17% in meno rispetto a quanto producono attualmente. Con una popolazione mondiale sempre in crescita, una minor produzione di cereali costituisce un immenso problema: sia dal punto di vista alimentare, che da quello economico.

Anche la siccità potrebbe avere conseguenze sempre più catastrofiche: secondo alcune previsioni, entro il 2080 il sud Europa, l’Iraq, la Siria e buona parte del Medio Oriente potrebbero essere colpite da siccità quasi costante, e qualcosa di molto simile potrebbe accadere in Australia, Africa e Sudamerica.

Inquinamento

La quantità di anidride carbonica che respiriamo è in continuo aumento, soprattutto nelle aree più urbanizzate: oggi la media è di 400 parti per milione, ma entro la fine del secolo potrebbe arrivare fino a 1.000 parti per milione. Secondo gli esperti una concentrazione così alta potrebbe portare a un sensibile declino delle capacità cognitive, che diminuirebbero di quasi un quinto rispetto a oggi. L’aumento dell’ozono e di altre sostanze inquinanti nell’aria, poi, avrà un impatto diretto sull’aspettativa di vita della maggior parte della popolazione. Si stima che entro il 2090 circa 2 miliardi di persone respireranno aria ben al di sopra dei limiti di sicurezza stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Oceani

Questo aumento delle emissioni avrà conseguenze importanti anche per le acque terrestri: nella migliore delle ipotesi il livello degli oceani si innalzerà di 1,2 metri, ma secondo qualcuno potrebbe arrivare fino a 3 metri entro il prossimo secolo. Questo, ovviamente, metterà in grave pericolo la vita degli oltre 600 milioni di persone che si stima vivano lungo le coste di tutto il mondo. Non solo: attualmente più di un terzo dell’anidride carbonica presente sulla Terra viene riassorbita dagli oceani, ma il costante aumento di questa sostanza, nell’aria e di conseguenza anche di quella disciolta nell’acqua, causa un fenomeno chiamato “acidificazione degli oceani”. Le conseguenze di questo fenomeno non sono ancora chiare, ma per i ricercatori avrà un impatto sulla vita della flora acquatica.

Un disastro che abbiamo creato da soli

Wallace-Wells conclude il suo articolo dicendo che secondo molte personalità della comunità scientifica gli effetti del riscaldamento globale ci saranno davvero evidenti quando ormai sarà troppo tardi. Gli obiettivi che l’accordo di Parigi ha stabilito di realizzare entro il 2050, per quanto cauti, sono comunque abbastanza difficili da raggiungere alle condizioni attuali. Le emissioni di anidride carbonica dovranno dimezzarsi ogni dieci anni per i prossimi trent’anni, mentre quelle prodotte dalla deforestazione e dagli allevamenti dovranno arrivare a quota zero il prima possibile. Le piante e gli oceani non basteranno più per assorbire la CO2 in eccesso e dovremo quindi trovare un modo per sottrarla attivamente dall’atmosfera. Se è vero che noi stessi siamo riusciti a creare le condizioni per un disastro imminente, spiega Wallace-Wells, è anche vero che sempre noi abbiamo la possibilità di trovare un sistema per uscire da questa situazione, in un modo o nell’altro. “Quando vedremo davvero il mondo che abbiamo creato, troveremo anche un modo per renderlo vivibile. L’alternativa è semplicemente inimmaginabile.”

La redazione
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