Realtà Virtuale e Aumentata

Cinema e realtà virtuale, la tecnologia non basta

30 September 2020 | Scritto da La redazione

Ne abbiamo parlato con Simone Arcagni, autore del libro “Immersi nel futuro. La realtà virtuale, nuova frontiera del cinema e della TV”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia

“Per trovare il tesoro serve avere una mappa”. Nasce con questo spirito “Immersi nel futuro. La realtà virtuale, nuova frontiera del cinema e della TV” il volume scritto da Simone Arcagni, docente all’Università di Palermo e studioso di cinema e nuovi media, presentato durante la 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il libro, edito da Palermo University Press e realizzato anche con la collaborazione di Ufficio Studi Rai, è stato pensato per fotografare l’evoluzione della realtà virtuale sotto diversi aspetti, per riflettere sul futuro di questa tecnologia nel mondo dell’intrattenimento e, in particolare, opportunità e limiti di un suo impiego nel cinema e in televisione.

 

La presentazione a Venezia. Già dal 2017 la Mostra del cinema di Venezia offre uno spazio ai progetti VR, una delle prime rassegne internazionali a farla. Quale occasione migliore, dunque, per presentare il libro e alimentare la discussione sul ruolo che questa tecnologia può avere nel futuro di cinema e televisione. All’evento, moderato da Carlo Rodomonti, responsabile Marketing Strategico e Digital di Rai Cinema, sono intervenuti il Sottosegretario del MiBACT Anna Laura Orrico, del Presidente dell’ANICA Francesco Rutelli, dell’Amministratore Delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, del Direttore Ufficio Studi Rai Andrea Montanari e dell’autore della ricerca e del libro Simone Arcagni.

 

Il libro offre un percorso che parte dalla spiegazione e la storia della realtà virtuale e arriva a offrire una riflessione sul suo futuro.
Un lavoro di ricerca, ricco di interviste e approfondimenti, coordinato da Arcagni e dal suo team che si è soffermato su tutti gli aspetti da quello tecnologico fino a quello culturale e di contesto. Un’occasione importante anche per portare la ricerca universitaria a un livello concreto e tangibile, come raccontato con soddisfazione ai nostri microfoni da Simone Arcani.

 

La tecnologia. Una delle chiavi per la diffusione della realtà virtuale è l’evoluzione tecnologica: dispositivi più piccoli rispetto agli attuali visori ed esperienze prive di effetti collaterali (come la nausea, che in alcuni casi è ancora un problema) potrebbero dare un grosso aiuto, come ci racconta Arcagni.

Allo stesso tempo, però, la tecnologia non è tutto e negli ultimi anni ci siamo concentrati molto su questo aspetto e poco sui contenuti: “Penso che l’immersività – spiega Arcagni – sia destinata a emergere come un medium impattante e forte. La chiave, però, è il contenuto, in grado di riuscire a creare un legame forte con il pubblico. Tutto il resto è accessorio. Sarà fondamentale avere un bel prodotto, in grado di coinvolgere gli spettatori e far provare emozioni. Non è il mezzo ma l’esperienza”.

 

Cosa esiste oggi? Il documentario sembra essere la forma attualmente più promettente, che offre esperienze immersive di qualità e che garantiscono allo spettatore una fruizione davvero immersiva del prodotto multimediale.

 

Il mondo del cinema è pronto?  Non basta avere la tecnologia, è necessario che il mondo del cinema si adatti, pensando e sviluppando prodotti ad hoc, pensati proprio per la realtà virtuale. Una rivoluzione in parte fallita dal cinema 3D e un’occasione che non si può perdere con la VR anche per riavvicinare i giovani a questo mondo.

Ma come sta vivendo il mondo del cinema l’arrivo di questa rivoluzione?

La redazione
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