Robotica e AI

Le IA? Un gioco da ragazzi

10 March 2021 | Scritto da Alberto Laratro

Noi umani giochiamo per imparare. Anche le macchine lo fanno. Scopriamo come le intelligenze artificiali stanno diventando campioni in moltissimi giochi

I sistemi di intelligenza artificiale sono in costante e rapido avanzamento, costantemente superando limiti e diventando sempre più performanti ed efficaci e barrando sempre più caselle della lista di “cose che i computer sanno fare meglio degli umani”. Fra queste i giochi forse sono il campo in cui la sfida è più intensa, coinvolgente e, sicuramente, umanizzante. Per noi umani il gioco è una parte fondamentale della nostra vita, non solo nell’intrattenimento, ma anche per l’apprendimento e la diffusione di comportamenti. La gamification, dopotutto, è ormai diffusa in qualsiasi settore che mira a coinvolgere un ampio pubblico. Rivediamo insieme i momenti storici in cui noi umani abbiamo dovuto cedere il podio all’intelligenza artificiale in giochi che noi stessi abbiamo inventato.

 

Scacchi. 1997, uno stupefatto Garry Kasparov ammette la sconfitta, Deep Blue, il super computer costruito da IBM l’ha sconfitto. Anche il mondo è stupefatto. Siamo nel 1997, i computer, per il grande pubblico, sono poco più che calcolatrici troppo cresciute. Una macchina in grado di sconfiggere un umano in un gioco di strategia che abbiamo inventato e di cui siamo diventati maestri per secoli e secoli.

Da un certo punto di vista la percezione del pubblico però non era sbagliata: l’approccio usato da Deep Blue, detto “brute force”, di forza bruta, rivela il suo punto di forza. Il super computer, infatti, calcolava tutte le possibili mosse future e sceglieva quella ritenuta migliore. Era in grado, in questo modo, di calcolare circa 6-8 mosse d’anticipo, macinando oltre 200 milioni di posizioni per secondo. Le IA che giocano a scacchi oggi sono più evolute ed eleganti, sfruttando particolari algoritmi per vincere le partite.

 

Jeopardy. In Italia è poco noto, ma negli USA Jeopardy è un vero e proprio fenomeno di massa. Un quiz show televisivo in cui, partendo da degli indizi bisogna trovare la risposta (che va espressa sotto forma di domanda). Nel 2011 Watson è diventato il campione dello show sconfiggendo due dei migliori giocatori di sempre. Nulla di particolare se Watson non fosse un supercomputer della IBM.

La difficoltà in questo caso è data dal linguaggio. Non è semplicissimo, per una macchina, comprendere le parole e le frasi, ci sono voluti 4 anni di sviluppo per costruire un algoritmo in grado di farlo. Oggi Watson, dopo essere stato il campione, viene utilizzato in campo medico.

 

Go. Il Go è un gioco da tavolo cinese che vede due giocatori contendersi il controllo di una scacchiera di 19×19 caselle. Posizionando delle pedine sul campo da gioco, l’obiettivo è di circondare quelle avversarie per mangiarle. Si dice che non una partita di scacchi sia uguale all’altra.

Questo è ancora più vero per il Go: si è stimato che il numero possibile di partite diverse negli scacchi sia di 10120, per il Go questa cifra schizza in alto fino a 10360. Sono numeri molto, molto grandi, talmente grandi che nemmeno il super computer più potente potrebbe gestirli, in un approccio di forza bruta. Per far un paragone il numero di atomi nell’Universo osservabile è circa 1079.

Per vincere a Go una macchina non può fisicamente calcolare tutte le possibili partite, considerare quindi le opzioni e decidere la mossa. Per riuscire a sconfiggere il campione di Go, Lee Sedol, i programmatori di Google hanno dovuto pensare una soluzione diversa. AlphaGo, l’IA che nel 2016 è stata in grado di vincere, è stata addestrata tramite un enorme numero di partite, imparando le mosse che più spesso l’hanno portata alla vittoria. Tramite il machine learning la macchina ha trovato da sola le strategie migliori per conquistare la vetta.

 

Dota2. Giochi come il Go o gli scacchi sono giochi incredibilmente complessi a causa delle innumerevoli possibilità, ma si tratta comunque di un numero finito. Le regole del gioco sono poche e chiare, la scacchiera delimita dei confini netti e discreti, i giocatori si affrontano a turni. Ma giocare a un gioco in cui si controlla in tempo reale un personaggio in un ambiente vasto, assieme a 4 compagni di squadra affrontando altri 5 giocatori, con un numero di interazioni, posizioni, spostamenti, abilità e meccaniche complesse come Dota 2 è tutto un altro paio di maniche. Già nel 2018 OpenAI, l’intelligenza artificiale addestrata per giocare (e vincere) a Dota 2, è stata in grado di sconfiggere giocatori umani anche di talento, ma non era ancora pronta ad affrontare giocatori professionisti.

Giochi in tempo reale richiedono una costante scelta di quali azione intraprendere, non c’è un turno da aspettare, si può (e si deve) prendere l’iniziativa, o si può scegliere di non fare nulla e di allontanarsi da uno scontro. Ogni secondo le carte in gioco cambiano. Nel 2017 finalmente OpenAI è riuscita a sconfiggere un giocatore professionista, Danil “Dendi” Ishutin.

 

 

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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