Scienza e Medicina

Top 5 novità attese nel settore salute per il 2020

24 March 2020 | Scritto da Adriano Fontanari

In questo momento di emergenza vi raccontiamo qualcosa di positivo con le migliori innovazioni tecnologiche per la salute che potrebbero offrire nuove opportunità già nel 2020.

La medicina fa passi importanti verso un futuro costellato di innovazioni – dalla telemedicina all’utilizzo di machine learning e intelligenza artificiale – scopriamo insieme le 5 più importanti novità che potremmo vedere in azione già quest’anno.

 

Telemedicina: un cambio di paradigma? Si sente ormai parlare da decenni di telemedicina ma il suo utilizzo non è mai decollato. Le misure restrittive che gli stati stanno attuando per contenere il Coronavirus obbligano pazienti e medici a ripensare il modo in cui posso dialogare. In questo la tecnologia ed in particolare la telemedicina (es. video consulto) rappresentano una valida soluzione per connettersi con il proprio medico curante.

Che sia l’inizio di un cambiamento culturale che si protrarrà oltre questa emergenza? Se da un lato nel rapporto medico-paziente è fondamentale la presenza umana per costruire un rapporto di fiducia è altresì vero che questa situazione rappresenta una occasione unica per sperimentare su larga scala altre modalità di interazione.

 

Conversational AI: i chatbot si fanno davvero smart. L’uso pervasivo di internet ha riguardato anche il settore salute. Ogni giorno vengono effettuate un miliardo di ricerche su Google a tema salute. È chiaro che con 20 milioni di professionisti sanitari nel mondo c’è un gap che va colmato. L’intelligenza artificiale, è sicuramente un mezzo utile per rispondere ai quesiti di natura medica che ogni giorno le persone hanno.

È stato stimato che sono sufficienti 300 domande/risposte per costruire un primo dataset che risponda, tramite una interfaccia conversazionale, alla maggior parte dei dubbi che una persona ha su uno specifico tema.

L’intelligenza artificiale permetta non solo di identificare i questi più frequenti ma di predire in un percorso clinico quali sono le domande che la persona porrà e rispondere quindi in maniera anticipata ai bisogni dell’utente.

In tale contesto si inseriscono inoltre specifiche dinamiche della relazione medico-paziente. Ci sono infatti quesiti (es. di natura sessuale) che la persona si trova spesso a disagio a chiedere al medico o ai propri conoscenti. L’utilizzo di un chatbot per rispondere a detti quesiti supererebbe sicuramente la barriera dell’imbarazzo e porterebbe ad aumentare l’health literacy della popolazione.

 

Assistenti vocali: il primo touchpoint con il sistema sanitario. Solo negli Stati Uniti ci sono più di 110 milioni di assistenti virtuali. L’uso di tali dispositivi non si limita più a riprodurre le playlist musicali dall’utente. E’ infatti sempre maggiore l’adozione di assistenti virtuali nel campo della salute. I sistemi sanitari stanno prendendo consapevolezza delle potenzialità che i questi assistenti posso avere.

Le implementazioni dei sistemi sanitari di diversi stati che usano tecnologia sono crescenti. Si va dalla possibilità di prenotare la visita dal medico, ai promemoria per assumere farmaci, all’analisi della voce per rilevare uno stato fisico o emotivo anormale, che può essere indicativo per esempio di uno stato depressivo.

Se da un lato le applicazioni in sanità sono innumerevoli il tema della privacy e la gestione dei dati raccolti rappresentano i maggiori temi di discussione in tale contesto.

 

L’intelligenza artificiale entra in corsia. Sono svariate le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel supportare il medico durante il processo diagnostico. Da una lettura più approfondita degli esami (es. risonanza magnetica) alla costruzione di modelli di rischio multivariabili di patologie (es. infarto) che tengono conto di dati di diversa natura (clinici e sociali).

Se la corrente epidemia potrebbe rallentare la sperimentazione (trial) ed adozione di queste nuove tecnologie, ci si aspetta che nel medio periodo il lavoro del clinico sarà sempre più supportato da Clinical Decision Support System (CDSS), ossia di strumenti a supporto del processo diagnostico. Nella pratica questi si traducono nella possibilità di effettuare migliori diagnosi in minor tempo con una conseguente riduzione complessiva dei costi per il sistema sanitario.

 

Il 5G: l’anello mancante per la vera digital transformation in sanità. Sensori indossabili, realtà virtuale e mixata, telemedicina sono solo esempi di tecnologie che generano una grande molte di dati la cui trasmissione è spesso limitata dalle velocità della connessione ad internet.

Attualmente sono 34 i Paesi in cui è possibile accedere ad una rete 5G e il numero dovrebbe crescere nel 2020. Rimangono tuttavia una serie di dubbi, che potrebbero rallentare la velocità di adozione del 5G, come ad esempio il numero di antenne richieste e i potenziali effetti sulla salute che potrebbero causare.

Il 5G resta comunque una tecnologia chiave per facilitare l’adozione dei dispositivi connessi ad internet e cambiare il modo in cui l’utente si interfaccia con il sistema sanitario. Si pensi a dispositivi per la gestione di malattie croniche (es. diabete) che trasmettono in maniera continuativa al medico i parametri del paziente e che permettono dunque di intervenire in maniera preventiva nel caso in cui il clinico rilevi dei valori anormali.

Adriano Fontanari
Adriano Fontanari

Adriano Fontanari, appassionato di economia sanitaria e digital health, è studente magistrale in Innovation Management.Nel 2016 ha co-fondato un servizio di supporto e orientamento per le persone che soffrono di una malattia cronica.

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