Spazio

Starship: la nave delle stelle

30 July 2019 | Scritto da Alberto Laratro

Il nuovo veicolo spaziale di Elon Musk promette di rivoluzionare nuovamente il mondo dell’esplorazione spaziale, quali sono le sue capacità? a che punto è il suo sviluppo? E soprattutto, davvero riuscirà a portarci su Marte?

In una nuvola densa di fumo, nella base di Boca Chica in Texas, si può scorgere una piccola cupola metallica fare brevemente capolino. Si tratta della cima dello Starhopper che la notte fra il 25 e il 26 luglio ha compiuto il suo piccolo balzo inaugurale. Il primo di una lunga serie di test, con difficoltà e altezza incrementale, che porteranno il prototipo, che sembra uno scaldabagno (tozzo e sgraziato), a trasformarsi nella più aggraziata e aerodinamica Starship. L’astronave di nuova concezione della SpaceX che secondo Elon Musk nei prossimi decenni ci porterà sulla Luna, su Marte e anche oltre.

 

La nave stellare. La Starship, ufficialmente annunciata nel 2017, ha visto nella sua breve vita un costante cambiamento delle sue forme e specifiche. Si tratta, infatti, di un progetto in continua evoluzione in cui man mano gli ingegneri hanno perfezionato il design applicando diverse modifiche. Ecco quindi che da una conformazione con quattro motori Raptor adatti al vuoto dello spazio e due motori per il volo in atmosfera si è passati ad un setup con tre motori per il volo spaziale e altrettanti per quello in atmosfera. Ancora, la forma della fusoliera, il numero di gambe d’appoggio e addirittura il materiale di costruzione sono cambiati parecchio prima dell’inizio della costruzione dei due prototipi.

 

Fibra di carbonio? Meglio acciaio inossidabile. Praticamente tutti i veicoli aerospaziali oggi vengono costruiti usando la fibra di carbonio: un materiale leggero e resistente. Musk, però, ha voluto percorrere una via differente: la fusoliera, infatti, sarà composta da acciaio inossidabile 301. Un materiale sì resistente e facile da lavorare, oltre che molto più economico, ma molto più pesante della fibra di carbonio. Il motivo della scelta sarebbe nelle capacità termiche della lega che sarebbe in grado di resistere più facilmente alle alte temperature del rientro atmosferico. E visto che l’idea di base dietro il nuovo veicolo spaziale sarà la completa riusabilità, la possibilità di non dover sostituire lo scudo termico dopo ogni volo garantirà alla Starship una maggiore rapidità nell’effettuare voli in successione (oltre ad abbattere i costi).

 

Aerei usa e getta. Immaginate quanto possa costare il biglietto di un aereo se dopo ogni volo l’aereo andasse distrutto: una scelta economicamente insostenibile. Eppure nel mondo dell’esplorazione spaziale si fa da sempre così (esclusa la parentesi dello Space Shuttle), ad ogni lancio corrisponde un razzo che una volta finito il suo compito precipita in mare (in uno zona specifica lontano da traffici marini – o nel caso della Cina, in zone presumibilmente poco abitate) o viene abbandonato nello spazio. Idea rivoluzionaria di Musk è stata quella di rendere i razzi riutilizzabili, capaci quindi di atterrare in verticale e di poter volare nuovamente. Cosa che, con i suoi Falcon 9 e Falcon Heavy, ha già dimostrato di poter fare più e più volte di fila. Adesso però la questione si fa grossa, letteralmente. La Starship avrà un’altezza di 55 metri, un diametro di 9 metri e una massa al decollo di oltre 1000 tonnellate.

Una volta completata la Starship avrà delle caratteristiche da capogiro: una capacità di carico di 150 tonnellate (contro le 63 del Falcon Heavy, il razzo più potente esistente oggi e le 140 del Saturn V, il razzo più potente mai costruito) e la possibilità di trasportare equipaggi composti da 100 persone. Un enorme passo in avanti rispetto ai tre astronauti che viaggiano inscatolati come sardine nelle Soyuz che utilizziamo oggi per mandarli in orbita.

 

I primi voli. Elon Musk è un inguaribile ottimista e un grande ritardatario: secondo le sue dichiarazioni il primo volo ufficiale (ma senza equipaggio) della Starship avrà luogo entro il 2021 e entro il 2023 dovrà essere completato anche la seconda parte che compone il razzo più potente di sempre, il BFR, Big Falcon Rocket, noto in passato come Big Fu**ing Rocket. La Starship infatti è solo metà del veicolo che dovrebbe portare l’uomo nello spazio in massa. Una parte squisitamente propulsiva chiamata Super Heavy Booster, un gigantesco razzo riutilizzabile, darà alla Starship la spinta necessaria per andare oltre l’orbita terrestre e raggiungere la Luna, Marte e, forse, altri pianeti e lune del sistema solare.

 

#DearMoon. Quando i due saranno completati avrà luogo il primo lancio commerciale con equipaggio che è già stato organizzato e presentato al pubblico: si tratta di un viaggio che porterà il magnate e filantropo giapponese Yusaku Maezawa, assieme a un gruppo di 6-8 artisti di vario genere selezionati da Maezawa stesso (che coprirà tutte le spese di viaggio), in orbita attorno alla Luna in un viaggio di sei giorni. La missione, un fritto misto di viaggio turistico spaziale, opera d’arte collettiva e enorme operazione di marketing, dovrebbe avvenire nel 2023 e mira a portare, tramite gli occhi e le opere degli artisti, tutta l’umanità ad apprezzare la bellezza fuori dalla nostra atmosfera, forse riportando ancora di più nell’interesse pubblico l’esplorazione spaziale.

 

Verso l’infinito e oltre. Con il BFR, quindi Starship e Super Heavy, in completa operatività, l’umanità avrà accesso ad un veicolo capace di rivaleggiare con astronavi uscite dai migliori film di fantascienza. La Starship potrebbe portare nuovamente l’uomo sulla Luna, in un periodo, gli anni 20 di questo secolo, che vedrà lo spazio cis-lunare molto trafficato. Dopo la Luna, l’obiettivo da raggiungere, da sempre dichiarato da Musk, sarà Marte: l’enorme capacità di carico di merci e persone, oltre alla riutilizzabilità del sistema, potrebbe realmente permettere la creazione di basi sul Pianeta Rosso, sempre che si riescano a risolvere le innumerevoli sfide che esulano dal viaggio in sé, come il proteggere gli astronauti dai raggi cosmici che bombardano costantemente Marte, o riuscire ad estrarre acqua dalla sua debole atmosfera o da giacimenti sotterranei.

Nel frattempo, la SpaceX conta di utilizzare la Starship anche come veicolo per la Terra. Potrà essere in grado, infatti, di volare da un capo all’altro del mondo in pochi minuti, un potenziale che potrebbe rendere obsoleto l’uso degli aerei ma che deve ancora dimostrare la propria fattibilità. Intanto, i risultati ottenuti finora e le aspettative che la Starship sta riuscendo a creare nel pubblico stanno portando alla nascita di rinnovato interesse verso lo spazio, le sue sfide e le sue opportunità.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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