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#FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji

17 July 2019 | Scritto da La redazione

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ospita dal 17 luglio la mostra che propone un percorso emozionale che parte dalle maschere e arriva fino ai sistemi di riconoscimento facciale

Il volto è da sempre il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano, fonte di ispirazione per arte, scienza e comunicazione da tempi antichi, ma anche per la tecnologia in epoca contemporanea. È stata inaugurata oggi, 17 luglio, la mostra #FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji, curata da Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni e allestita fino al 6 gennaio 2020 al Museo Nazionale del Cinema di Torino.

La mostra, inaugurata in occasione del World Emoji Day che ricorre proprio il 17 luglio, prova a tessere le fila di un discorso antico, le cui origini risalgono addirittura ad Aristotele, per arrivare ai nostri giorni e cerca nei tratti del volto, ma anche nella sintesi grafica degli emoji, i riscontri dei caratteri e delle emozioni delle persone. 180 opere in mostra, che includono 82 riproduzioni fotografiche, 55 opere originali (dagli elmi e volumi del ‘500 alle installazioni di artisti contemporanei), 43 tavole tratte dalla collezione di fisiognomica del museo. A queste si aggiungono 42 montaggi, 4 app e 8 installazioni, per un percorso trasversale e interdisciplinare, che attraversa ambiti e periodi differenti, facendo del “volto delle emozioni” uno spazio di trame complesse che collegano arte e teatro, cinema e animazione, fino ad arrivare alle nuove tecnologie.

La fisiognomica. Il percorso espositivo racconta gli ultimi 5 secoli di storia della fisiognomica, una pseudoscienza che sin dall’antichità ha intrecciato i suoi percorsi con ambiti molto differenti tra loro e che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Se in passato alcuni assunti di questa pseudoscienza trovavano applicazione nelle rappresentazioni artistiche e nel cinema, in epoca contemporanea rischiamo di trovarli in diversi ambiti tecnologici, dalla computer graphics fino ai più sofisticati strumenti per il riconoscimento facciale, che dimostrano di trasportare nel proprio DNA tutti i pregiudizi ben poco “intelligenti” che l’uomo reca con sé.

Il volto tra passato, presente e futuro. Faccine o emoji che comunicano l’emozione del momento, software in grado di riconoscere un volto, di ricostruirne o manipolarne i tratti somatici: sono esperienze che caratterizzano la società tecnologica contemporanea ma che hanno radici profonde nel passato. “Dall’idea del volto come specchio dell’anima, e quindi “interfaccia” delle emozioni e dei sentimenti, – spiega Simone Arcagni, uno dei curatori della mostra e nostro Contributor – alla individuazione dei caratteri fino alla patognomica, la fisiognomica è stata in grado di indirizzare studi di carattere filosofico e di produrre una manualistica tecnica per pittori, attori e ritrattisti vari (dalle caricature alla fotografia). E tutto questo sapere è oggi a disposizione delle nuove tecnologie che ne traggono spunti per realizzare software di riconoscimento facciale, per disegnare volti di sintesi, manipolare i tratti somatici nelle immagini etc. La fisiognomica diventa così un campionario, o per dirla in termini più specifici un enorme database di forme, modi, pratiche, immagini e immaginari con cui sviluppare programmi o alimentare reti neurali”

Sarà possibile visitare la mostra negli orari di apertura del Museo Nazionale del cinema di Torino e sono previste attività dedicate ai bambini e ragazzi delle scuole.

La redazione
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