Cambiamento climatico e ambiente

Siamo inefficienti nel produrre risorse: servono nuove soluzioni

29 August 2019 | Scritto da La redazione

Consumiamo più di quanto la Terra non riesca a produrre e questo sta fortemente danneggiando il nostro pianeta

Non esiste un pasto gratis. Questo motto sta a indicare il fatto che è impossibile ottenere un beneficio senza pagare un costo, è così che funziona la natura: se vogliamo andare alla radice della questione tutto torna alla legge della conservazione secondo cui tutto si trasforma e nulla si distrugge. Noi umani siamo diventati bravissimi a trasformare le cose, da quando abbiamo iniziato a trasformare pietre in coltelli fino a quando abbiamo imparato a ordinare su scala nanometrica materiali per creare i dispositivi da cui state leggendo questo articolo. Ad ogni modo, ciò in cui siamo un po’ meno bravi è rendere questo processo il più efficiente possibile, una mancanza che ci costringe a usare sempre più risorse. Una condotta che ci sta portando verso una china scivolosa.

 

Il Global Footprint Network ogni anno, da più di 30 anni, calcola l’Overshoot day, il giorno in cui l’umanità consuma la quantità di risorse che il nostro pianeta è in grado di rigenerare in un anno. Se questo giorno arrivasse il 31 dicembre significherebbe che ci troveremmo in una situazione d’equilibrio: consumiamo tante risorse quante ne vengono rigenerate, una situazione ideale ma che abbiamo abbondantemente superato con la costante crescita delle necessità di beni e prodotti che la nostra civiltà consumistica richiede. Difatti quest’anno l’Overshoot day è arrivato il 29 luglio e ogni anno il tempo necessario per esaurire le risorse che il pianeta riesce a rigenerare diminuisce.

 

Troppa inefficienza. Si tratta di un sintomo della nostra inefficienza nel generare beni. La crescita della popolazione e la maggiore necessità di beni infatti non crescono in maniera lineare: quest’ultima è molto più elevata. Riuscire a generare la stessa quantità di beni utilizzando un minor quantitativo di risorse è l’obbiettivo che dobbiamo porci per salvaguardare non solo la nostra società ma anche l’ambiente in cui viviamo (da cui la società dipende).

 

L’esempio delle terre rare. Per certe trasformazioni, però, l’efficienza che possiamo raggiungere è limitata: basti pensare alle terre rare che si trovano nei nostri dispositivi elettronici. Al mondo, secondo recenti stime, ci sarebbero circa 8.7 miliardi di smartphone, che sono solo una parte degli oggetti che necessitano di questi minerali per funzionare. Ognuno di questi dispositivi contiene al suo interno fino a 40 terre rare diverse, ciascuna delle quali richiede un’enorme quantità di energia per essere estratta. Si tratta di un processo molto poco efficiente: il nome “terre rare” indica non tanto la loro poca quantità, anzi, alcune sono molto comuni nella crosta terrestre, ma viene dal fatto che si trovano ampiamente disperse nel terreno: serve un’enorme quantità di materiale estratto per ottenere una piccola quantità di terre rare. Un processo, quindi, intrinsecamente inefficiente ma il cui risultato è sempre più richiesto.

L’ambiente sta subendo sempre più duri colpi da parte dell’uomo, come i recenti eventi in Siberia e in Sud America hanno evidenziato, un processo rischioso e che non possiamo permetterci che continui ad accelerare. C’è ancora molto da fare, ma un passo alla volta, partendo dal riutilizzo e dal riciclo, passando per un consumo più oculato, potremmo pian piano riuscire a cambiare le cose.

La redazione
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