20 minuti dal futuro

Affrontare la pandemia con la medicina di precisione

14 December 2020 | Scritto da La redazione

Ne abbiamo parlato con Antonella Santuccione Chadha, medico patologo, neuroscienziata e Ceo di Women’s Brain Project

Grazie alla ricerca scientifica, che ci permette di allargare costantemente le nostre conoscenze, e alla capacità sempre maggiore di raccogliere e analizzare dati, ci stiamo avvicinando a una medicina di precisione.
In che modo questo approccio poteva e può ancora essere utilizzato per fronteggiare la pandemia di Covid-19?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Antonella Santuccione Chadha, medico patologo, neuroscienziata e CEO di Women’s Brain Project e recentemente premiata con il premio nazionale italiano “Medicina Italia” per aver prestato la sua esperienza nell’affrontare il management della crisi COVID-19 nella sua regione d’origine: l`Abruzzo. Il premio le viene anche conferito per il suo lavoro pioneristico nella medicina di precisione a partire dall’analisi delle caratteristiche di sesso e genere riscontrate anche nella Pandemia.

 

Medicina di precisione e Covid. “Nella pandemia più che mai la medicina di precisione ha un suo perché – ci racconta la dott.ssa Santuccione -. È impensabile implementare delle misure di contenimento, terapeutiche e preventive in maniera eguale su scala mondiale e per tutti gli individui. […]. Noi del Women’s Brain Project ci siamo accorte già in principio, grazie a una collega che era in Cina all’inizio della pandemia, che c’erano delle differenze sostanziali nella demografica della popolazione infetta. Ci accorgemmo subito per esempio che c’erano differenze tra uomini e donne: fummo le prime a dire che era necessario adottare delle misure precise, come la creazione di ospedali Covid, per far sì che queste persone potessero essere curate immediatamente ed evitare così la contaminazione di altri strati della popolazione”.

 

Differenze di sesso e genere. “Già era noto che vi fossero differenze di sesso e genere all’interno delle epidemie – spiega la dott.ssa Santuccione -. Forse però queste differenze non erano state esaminate in maniera attenta. Ma la medicina è un qualcosa che evolve e probabilmente ci è voluta la pandemia per rendere ovvio il problema e per cercare di capire come le terapie possano essere mirate nello specifico per una donna piuttosto che per un uomo”.

 

Ruolo dei dati. Questa crisi ha messo in mostra il valore della tecnologia e in particolare dei dati. “All’interno di questa crisi sanitaria mondiale abbiamo visto che si sono creati dei consorzi di scienziati che hanno iniziato a parlare di data sharing – continua la dott.ssa Santuccione -. I dati sono proprietà di ciascuno di noi ma anche un bene collettivo, se il dato viene analizzato e armonizzato. […]. Io credo che questa sia un’opportunità unica ed irripetibile perché ha messo gli scienziati di fronte alla consapevolezza che l’unione fa ancora di più la forza”.

 

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