20 minuti dal futuro

Automazione e digitalizzazione: il mondo del lavoro post-Covid

6 November 2020 | Scritto da La redazione

Con Paolo Falco, economista e ricercatore dell’Università di Copenaghen, abbiamo parlato di futuro del lavoro in un mondo che affronta la pandemia

Questo 2020 verrà sicuramente ricordato per l’enorme impatto che ha avuto sull’umanità, in tantissimi settori. Fra i più interessati sicuramente c’è quello del lavoro, che si trova ad affrontare una sfida che non sarà facile da gestire. Secondo un’analisi svolta da Eurofound in tutta Europa, solo nel mese di aprile il 5% dei lavoratori europei ha perso il lavoro, mentre il 23% ha temporaneamente sospeso la propria attività lavorativa. Fortunatamente, dalla nostra, c’è la tecnologia che può darci una mano a mitigare i danni e a trovare nuove soluzioni per le questioni economiche e lavorative. Quale eredità ci ha lasciato la prima ondata che ci potrebbe permettere di affrontare al meglio la seconda che stiamo vivendo? Quale ruolo, nello specifico può giocare la tecnologia e quale futuro possiamo aspettarci per il mondo del lavoro post-Covid? L’abbiamo chiesto a Paolo Falco, economista, che si occupa di ricerca con metodi sperimentali per studiare il comportamento umano in relazione al mercato del lavoro presso l’Università di Copenaghen.

 

La crisi come catalizzatore. “La crisi secondo me – ha commentato il ricercatore – ha messo in luce che ci sono dei processi di trasformazione che spesso sono stati accelerati, perché sono anni che ne parliamo, che il mondo del lavoro in continua trasformazione, la crisi è una forma di catalizzatore, velocizza la trasformazione, inevitabilmente determina la perdita id posti di lavoro che neanche più torneranno dopo la crisi. Allo stesso tempo ci fa capire che ci sono nuove opportunità che si creano costantemente”.

 

Rivalutare l’automazione. “Quando ero coinvolto nella discussione del futuro del lavoro all’OCSE ed eravamo tutti impauriti della possibilità che le macchine ci avrebbero rimpiazzato – ci ha raccontato Falco -, c’era un dibattito enorme sul problema dell’automazione, c’è tuttora, ma sfido chiunque adeso a vedere con la stessa difficoltà il ruolo importante che l’essere umano ha nella gestione e creazione del proprio destino. Sto pensando alla gestione della vicenda Covid. Non ci sono macchine che possono permettere di gestire la vicenda umana del Covid, non ci sono macchine che riusciranno a inventare il vaccino del Covid, e quindi inevitabilmente il futuro dell’essere umano e quello del lavoro è un futuro che rimane nelle nostre mani”.

 

La digitalizzazione. “È tanto tempo che parliamo di digitalizzazione, di futuro del lavoro, di trasformazione tecnologica – ha aggiunto il ricercatore – e quindi sembra quasi che abbiamo l’impressione di aver superato quel discorso, ma la verità è che nel mondo del lavoro cambiano molto più lentamente del discorso accademico o dei policy makers perché la realtà è comunque quella di una forza lavoro che è ancora popolata da tantissimi lavoratori che non hanno competenze digitali, che non hanno capacità forti di utilizzare tecnologia, o che non sono in grado di utilizzare i mezzi digitali moderni, banalmente di usare il computer”.

 

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