20 minuti dal futuro

Le potenzialità della Stampa 3D, oltre l’emergenza Covid-19

6 April 2020 | Scritto da La redazione

Ne abbiamo parlato nella terza puntata di “20 minuti nel futuro” con Massimo Temporelli, divulgatore, imprenditore e presidente di The FabLab

Nelle ultime settimane l’Italia intera ha potuto apprezzare il valore e le potenzialità della stampa 3D, che ha permesso di creare delle valvole in grado di trasformare delle maschere da sub in respiratori, che iniziavano a scarseggiare in moltissimi ospedali nel nostro Paese. Una risposta concreta a un problema serio, che ci insegna come questa tecnologia possa essere impiegata in diversi contesti e settori. Delle potenzialità della stampa 3D, a partire proprio dall’attualità, abbiamo parlato con Massimo Temporelli, divulgatore, imprenditore e presidente di The FabLab, ospite il 2 aprile di “20 minuti nel futuro”, in nuovo format online di Impactscool.

 

L’intervista. Intervistato da Cristina Pozzi, Ceo e Co-founder di Impactscool, Temporelli ha raccontato: “Mi occupo di questi temi da anni, di innovazione e manifattura. Io amo la materia, non solo il digitale. Non sono un tecnico, mi occupo di divulgare, ed è da 12 che parlo di questi temi: per l’Europa e l’Italia, ricca di piccole e medie e imprese, la stampante 3D ha un presente e avrà un futuro enorme. Come è stato dimostrato con queste valvole si possono creare dei prodotti in tempo reale, con diversi materiali e in modo personalizzato, trasferendo il file di progetto in tutto il mondo”.

Un potenziale enorme, che il nostro Paese deve imparare a sfruttare. “L’Italia – ci ha raccontato Temporelli – deve fare sua la missione di trasformare il saper fare, una cultura enorme che ci appartiene, in codice. È un processo di digitalizzazione che altri settori hanno già vissuto. Questi strumenti non sostituiscono l’artigianato ma ne sono un’evoluzione e internet è un canale di distribuzione”.

Ma per questa trasformazione non basta avere uno strumento e saperlo utilizzare, serve anche la capacità di innovare. “Non dobbiamo confondere il mezzo con il fine. – ha proseguito – La tecnologia non deve essere il fine, ma uno strumento”. Il contesto in cui innovare deve essere aperto e condiviso: “Il 21esimo secolo apre all’open innovation, una piattaforma aperta in cui le persone possono co-progettare l’innovazione. Oggi non si può più essere innovatori isolati, dobbiamo creare team multidisciplinari in grado di affrontare, insieme, le sfide di questo secolo”. E per questo deve cambiare anche la figura del leader. “È un concetto più fluido, chi ha l’idea più brillante in quel momento è il capo. È un concetto che va sempre riscoperto ma, soprattutto, non dimenticato”.

L’esperienza della stampa 3D associata alla lotta al Covid-19 lascerà un’eredità importante, che non deve essere sprecata. Quali sfide ci aspettano? “Per il futuro, – conclude Temporelli – la sfida culturale è arrivare e raggiungere le PMI italiane, mentre la sfida tecnica è velocizzare gli strumenti. Resta però fondamentale avere una visione di futuro per le imprese e il lavoro in generale”.

 

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La redazione
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