20 minuti dal futuro

Raccontare lo spazio

1 October 2020 | Scritto da La redazione

Una molecola scoperta su Venere ha scatenato un dibattito su come comunicare al meglio scoperte straordinarie, ne abbiamo parlato con Elisa Nichelli.

La scoperta della fosfina su Venere ha sollevato un polverone mediatico, abbiamo trovato vita su Marte o si tratta di altro? Il modo in cui la scoperta è stata comunicata al grande pubblico è stato troppo sensazionalistico o è stato un approccio corretto? Per cercare di capire quale potrebbe essere il modo migliore per comunicare scoperte di questo tipo abbiamo scambiato qualche parola con Elisa Nichelli, astrofisica e giornalista per l’Istituto Nazionale di Astrofisica.

 

Fosfina su Venere, solo fumo o c’è arrosto? È interessante vedere la concentrazione che si è trovata, nel senso che quello che hanno scoperto è che nelle nubi di venere c’è una concentrazione di questa molecola […] che è legata anche a processi biologici. Quindi, nella quantità in cui è stata trovata sono stati esclusi una serie di processi chimici che sappiamo possono produrre fosfina e siamo rimasti o corto di alternative, quindi, o ci sono dei processi chimici che producono fosfina che non conosciamo, oppure possiamo ipotizzare che ci siano dei microorganismi che possono produrre questa molecola.

 

La giusta cautela. Per come è stata lanciata la notizia io sarei molto più cauta a parlare di segni di vita, gli stessi ricercatori che hanno pubblicato l’articolo non parlano di segni di vita, parlano di probabilità e hanno intitolato l’articolo “fosfina nelle nubi di venere”. Quello che è senza ombra di dubbio è che questa scoperta desta curiosità e che è sacrosanto che si vada a indagare oltre e approfondire di più per scoprire che cosa produce questa fosfina nelle nubi di venere.

 

Guarda il resto dell’intervista:

 

La redazione
La redazione

leggi tutto