20 minuti dal futuro

Sostenibilità e alimentazione. Come sfamare un mondo in crescita

27 November 2020 | Scritto da La redazione

Nell’ultima puntata di 20 minuti dal futuro abbiamo intervistato James Rogers, fondatore e CEO di Apeel

Secondo alcune stime, nel 2050 la popolazione mondiale toccherà i 10 miliardi di individui. Già oggi decine di milioni di persone soffrono la fame, anche se paradossalmente produciamo abbastanza cibo per nutrire una popolazione una volta e mezzo quella attuale. La fonte del problema è da individuarsi nello spreco alimentare, un triste fenomeno che ci porta a dilapidare un terzo del cibo che produciamo per problemi legati alla distribuzione, a questioni legate alla commerciabilità dei prodotti e alla loro conservazione.

Proprio in quest’ultimo campo una startup statunitense, Apeel, ha sviluppato una soluzione sostenibile in grado di prolungare la scadenza di alcuni prodotti: una buccia artificiale, insapore, inodore, edibile in grado di prolungare la freschezza di frutta e verdura. Abbiamo parlato di come sfamare un mondo in crescita in maniera sostenibile e di come combattere lo spreco alimentare con James Rogers, fondatore e CEO di Apeel.

 

Una tassa sul cibo. “La quantità di cibo che sprechiamo è incredibile. Le stime indicano che oggi paghiamo una “tassa” che vale 2.6 trilioni di dollari ogni anno sul sistema di produzione del cibo, e la cosa triste è che chiunque coinvolto in questo sistema, quindi chiunque mangi, sta pagando parte di questa tassa. Il motivo per cui accade è che quando raccogli del cibo, quell’oggetto è una cosa viva, che respira, ha un periodo limitato in cui è vitale. Se non lo si conserva da qualche parte in quel lasso di tempo, quel cibo viene sprecato”.

 

Una questione di trasporti. “Se andiamo a osservare dove avviene lo spreco di cibo nelle nostre società, questo avviene in diverse parti della catena di fornitura a seconda di dove si vive nel mondo. In posti come gli Stati Uniti e l’Europa quasi tutto il nostro spreco avviene sugli scaffali dei negozi e nelle nostre case, c’è pochissimo spreco durante il trasporto. Se invece ci spostiamo sui mercati emergenti, come l’Africa subsahariana o il sudest asiatico, non c’è praticamente spreco nei negozi o nelle case, avviene quasi tutto nella distribuzione. Il motivo per cui accade è che nelle economie sviluppate abbiamo delle sofisticate infrastrutture di refrigerazione […] ma nei mercati emergenti queste non sono presenti e c’è un enorme spreco nel viaggio dalla fattoria al mercato”.

 

Scopri come funziona Apeel e ascolta il resto dell’intervista:

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