20 minuti dal futuro

Una chiacchierata ai confini del cosmo

8 May 2020 | Scritto da La redazione

Cosa si prospetta nel futuro dell'esplorazione spaziale? Come torneremo sulla Luna? E che ruolo giocheranno le agenzie spaziali private nell'economia spaziale che sta esplodendo in questi anni? Ne abbiamo parlato con l'astronauta e divulgatore scientifico Umberto Guidoni nella scorsa puntata di 20 minuti dal futuro

Il 27 maggio la SpaceX invierà per la prima volta due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale, un evento storico che confermerà il ruolo fondamentale delle agenzie spaziali private nel futuro sviluppo dell’esplorazione del cosmo. Per approfondire gli scenari che si prospettano oltre l’orizzonte dell’astronautica Alberto Laratro, content creator per Impactscool, ha intervistato nel contesto del format “20 minuti dal futuro” l’astronauta e divulgatore scientifico Umberto Guidoni.

 

Il ruolo delle agenzie spaziali private.  “Nello spazio i privati ci sono ormai da decenni […] – ha spiegato Guidoni – però fino a pochi anni fa la NASA, l’ESA, l’agenzia spaziale russa, quella giapponese e canadese, avevano il monopolio dei voli umani, con questo volo cambierà qualcosa, per la prima volta i privati dimostreranno di essere in grado di trasportare esseri umani, perché ovviamente la differenza che c’è fra un volo senza uomini a bordo e uno con equipaggio è che le garanzie devono essere molto superiori e fino a oggi i privati non erano in grado di garantire questa sicurezza. […] Dunque assisteremo a questo volo che porterà i primi due astronauti americani sulla stazione spaziale che partono dal suolo americano, l’ultimo volo è stato nel 2011, quando lo Shuttle ha fatto l’ultimo suo volo, da quel momento in poi tutti gli americani hanno volato sulle Soyuz russe quindi questo è anche un momento d’orgoglio per gli Stati Uniti. […] La gestione e il volo della navetta da adesso in poi sarà libero per i privati che potranno scegliere quindi non solo di far volare astronauti della NASA ma anche di far volare privati, singole aziende o addirittura singole persone”.

 

Un mercato tutto da esplorare. Il mercato dell’aerospazio a oggi vale circa 350 miliardi di dollari ma con l’arrivo dei privati ci si aspetta una crescita molto più ampia, sia perché queste imprese possono permettersi il lusso di rischiare facendo innovazione sia per il futuro sviluppo di nuovi settori economici. Abbiamo chiesto a Guidoni quali saranno questi settori: “sicuramente l’utilizzo di risorse, a cominciare dalla Luna perché una delle ragioni per cui nei prossimi anni rimetteremo piedi sulla Luna oltre che per riprendere un po’ l’eredità dell’Apollo è anche quella di trovare delle risorse disponibili sulla Luna, per esempio materiale per costruire la base sulla Luna ma anche ghiaccio, quindi acqua che può essere utile sia per gli astronauti ma soprattutto per i veicoli che voleranno nello spazio utilizzando un combustibile che potranno trovare nello spazio stesso invece di portarselo dalla Terra che è molto più costoso. Quindi diciamo che la Luna potrebbe diventare una stazione di servizio per i veicoli futuri e questo aprirebbe la possibilità anche a missioni più complesse, e poi l’obiettivo vero in realtà è Marte dove potremmo mettere piede anche grazie alle tecnologie e alle risorse che potremo utilizzare in questi anni dalla Luna e dagli asteroidi.

 

Il turismo spaziale. Uno degli ambiti i cui sviluppi potrebbero trovare l’interesse del grande pubblico però è un altro: il turismo spaziale. Quando potremo volare nello spazio anche noi? “Quello più difficile da stabilire – spiega Guidoni – sono i tempi, perché la tecnologia va avanti rapidamente […] rimane però la questione di principio della sicurezza del volo per chi non è un professionista del volo spaziale e l’altra questione sono le comodità perché andare nello spazio non è proprio come andare in un hotel a cinque stelle, sicuramente di stelle ce ne sono più di cinque ma il comfort non è molto, quindi raggiungere un livello di comfort migliore di quello che c’è oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale forse è un passaggio obbligato per poi farsi pagare il biglietto, che sarà salato all’inizio perché queste imprese hanno dei costi notevoli. […] Quello che potrebbe essere possibile un po’ prima è una versione un po’ più limitata che però per i turisti potrebbe essere più interessante, che è quello della Virgin (Galactic n.d.r.), un turismo non proprio planetario come quello di Elon Musk ma un turismo che ti permette di provare alcune delle emozioni che provano gli astronauti. Le navette non andranno proprio in orbita e non staranno giorni in orbita ma semplicemente andranno su e torneranno giù ma abbastanza per provare l’assenza di peso e per vedere il magnifico spettacolo della Terra vista dallo spazio e quello secondo me vale il costo del biglietto.

 

Guarda l’intervista completa.

 

La redazione
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