Scienza e Medicina

Assistenza ai pazienti affetti da demenza: l’aiuto della tecnologia

18 December 2018 | Scritto da La redazione

In 26 anni il numero delle persone con demenza è cresciuto del 117% con una grande crescita dei costi per l’assistenza. Quale sarà l’apporto della tecnologia?

Il numero delle persone affette da demenza nel mondo è più che raddoppiato negli ultimi 26 anni. A dirlo è uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricerca, i Gbd 2016 Dementia Collaborators, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Neurology. La demenza, che ha tra le sue forme più note e diffuse l’Alzheimer, ha un’incidenza sempre maggiore sulla popolazione e il trend non sembra destinato ad arrestarsi anche a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dell’aspettativa di vita. I pazienti affetti da queste patologie hanno bisogno di un’assistenza costante, che pesa in modo ingente sulle casse del sistema sanitario e delle famiglie. Presto, però, la tecnologia potrebbe offrire un aiuto importante.

Robot
I numeri della demenza. “Se la tendenza rimane inalterata, secondo un rapporto del 2015 dell’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2050 nel mondo ci saranno circa 131milioni di persone con la demenza”. È quanto ci ha detto alla redazione di Impactscool Magazine qualche mese fa Francesco Tamagnini, professore assistente in Farmacologia alla University of Reading – Reading School of Pharmacy e specializzato nella ricerca sull’Alzheimer. I nuovi dati diffusi su The Lancet Neurology sottolineano proprio questa tendenza: nel 1990, infatti, i pazienti con demenza erano circa 20 milioni, mentre nel 2016 il numero è più che doppio, salendo fino a 43,8 milioni. Questo, oltre a un costo sociale, ne ha anche uno di tipo strettamente economico. “I pazienti affetti da demenza, - aveva proseguito Tamagnini durante l’intervista - contrariamente a quanto accade con chi contrae altre malattie hanno un’aspettativa di vita decisamente più lunga: la demenza non uccide. Questo comporta un impatto economico sul sistema sanitario, ma anche per le famiglie, davvero enorme, perché si sviluppa nell’arco di decenni. La spesa sanitaria pubblica nel mondo per la demenza, sempre stando al rapporto dell’Oms, sarà infatti di 2 trilioni di dollari entro il 2030”. Come fare, dunque, a invertire la tendenza? Se da un lato gli studiosi di tutto il mondo stanno proseguendo le loro ricerche per migliorare i sistemi diagnostici e avvicinarsi a una cura, dall’altra la tecnologia potrebbe offrire un grosso supporto per gli aspetti assistenziali. Un robot intelligente per l’assistenza. Un coinquilino modello, pronto ad aiutare i pazienti, comprendere le loro necessità e in grado di instaurare un rapporto empatico, quasi “umano”, con gli assistiti. Si tratta del robot messo a punto dai ricercatori di Prisca, centro dell’università Federico II di Napoli. È un upgrade del robot Pepper, molto amato dai Giapponesi, ed è dotato di telecamere e sensori che gli permettono di riconoscere le persone e monitorare i loro movimenti. Inoltre, grazie a degli algoritmi, è in grado di imparare a conoscere l’umore e le abitudini delle persone, accorgendosi se qualcosa non va: per esempio, segnala al paziente di prendere le medicine, gli ricorda di bere e mangiare e proverà perfino a far divertire il paziente se lo vede giù di tono. Il robot umanoide sarà affiancato ad alcuni pazienti per dei test, realizzati nell’ambito di un progetto presentato in occasione del convegno “Artificial intelligence and health” che si è svolto al Consiglio nazionale delle ricerche, CNR. La sperimentazione è stata condotta con 30 pazienti e a gennaio 40 robot verranno affidati ad altrettanti volontari che, vivendo con loro, ne testeranno le reali capacità. Proprio in questi giorni il CEO di Google Sundar Pichai ha dichiarato che le preoccupazioni attorno all’Intelligenza artificiale sono fondate se non saranno applicate regole precise e stringenti. Nel caso di questo robot assistente, però, i benefici sembrano superare di gran lunga i pericoli.
La redazione
La redazione

leggi tutto