Scienza e Medicina

La situazione dell’industria Biotech in Italia

18 May 2020 | Scritto da La redazione

Il nuovo rapporto Assobiotec-ENEA “Le imprese di biotecnologia in Italia” mostra un settore in crescita sia in investimenti che in fatturato

L’industria delle biotecnologie ha innumerevoli applicazioni e sono una grande opportunità di innovazione per il nostro Paese e per l’intero settore industriale. Il nuovo rapporto su “Le imprese di biotecnologie in Italia”, realizzato da ENEA in collaborazione con Assobiotec, rivela un ambito in costante crescita, con 696 aziende che operano in questo campo e che godono di ottima salute.

 

Il biotech in Italia. A fine 2019 il fatturato biotech totale supera i 12 miliardi di euro con un incremento medio annuo tra il 2014 e il 2018 di circa il 5%. Due terzi del fatturato biotech è generato dalle imprese a capitale estero, che rappresentano appena l’11% di quelle censite, e sono attive soprattutto nell’area della salute umana. Sono oltre 13 mila gli addetti biotech in Italia, di cui il 34% impiegato in attività di R&S.

Gli investimenti complessivi in R&S delle imprese censite ammontano a 2,3 miliardi di euro mentre gli investimenti in R&S biotech superano i 760 milioni. Questi ultimi registrano una crescita di oltre il 7% rispetto al 2016 e del 25% rispetto al 2014.

L’80% dell’industria delle biotecnologie in Italia è costituito da imprese di piccola e micro-dimensione, che hanno avuto un ruolo propulsivo nella dinamica di crescita dell’intero comparto. Fra il 2017 e il 2019 sono state registrate oltre 50 nuove start-up innovative attive nelle biotecnologie.

Dove si usa il biotech.  Il 49% delle imprese biotech ha come settore di applicazione quello legato alla salute. Il 39% sviluppa prodotti e servizi sia di carattere industriale o volti alla prevenzione e mitigazione dell’impatto ambientale (30%), sia per applicazioni agricole e zootecniche (9%), rappresentando una delle principali leve innovative per i settori della bioeconomia. L’area delle applicazioni in Genomica, Proteomica e Tecnologie Abilitanti – GPTA risulta presente nel 12% delle realtà censite.

Le attività biotecnologiche si confermano fortemente concentrate in Lombardia, la prima regione in Italia per numero di imprese (195 pari al 28% del totale), investimenti in R&S interna (30% del totale) e fatturato biotech (45% del totale). Si registra, tuttavia, un progressivo sviluppo delle regioni del Nord-Est e una crescente diffusione di nuove iniziative nelle regioni del Centro (con il Lazio in testa) e del Sud. Particolarmente significativa è stata la crescita della quota del Mezzogiorno, anche se solo in termini di numero di imprese: la quota di imprese biotech con sede nel Mezzogiorno è passata dal 14,4% nel 2008 al 19,4% nel 2019. È la Campania a guidare questo sviluppo.

 

Biotech e Covid-19. Durante l’emergenza sanitaria in corso il settore biotech ha avuto modo di mostrare le proprie potenzialità, fornendo sempre più spunti e tecnologie per una ripartenza “sostenibile” del Paese: le biotecnologie applicate all’agricoltura offrono una risposta concreta per gestire la ridotta disponibilità di suolo, di acqua, per preservare la biodiversità, per rendere le produzioni resistenti ai cambiamenti climatici.

Nel mese di aprile Assobiotec ha realizzato un sondaggio per scoprire il ruolo che il biotech sta giocando nella battaglia contro la pandemia. I risultati mostrano un importante coinvolgimento delle imprese presenti sul nostro territorio nella ricerca e nella produzione di soluzioni contro il virus (57% del campione) con particolare riferimento all’area della diagnostica (44%) e della ricerca di terapeutici (34%).
Significativo è l’effetto che la pandemia e il lockdown stanno avendo sul comparto: sebbene il 60% del campione indichi di continuare a portare avanti il proprio business, anche se in modalità differente, il 40% si è vista costretta a ridimensionare (29%) o bloccare (11%) la propria attività. Tante e differenti le difficoltà operative incontrate fra carenza di clienti (32%), logistica (29%) e crisi di liquidità (25%). Carenza di budget (36%), inaccessibilità dei laboratori e sospensione delle attività di arruolamento di pazienti negli studi clinici (21%), mancanza di materiali (19%) sono invece i principali fattori alla base di un rallentamento generale delle attività di R&S.

Alle aziende è stato anche chiesto quali dovrebbero essere le priorità per le istituzioni al fine di permettere a chi lavora in questo settore maggiori opportunità di sviluppo. Quasi la metà delle imprese italiane ha risposto che è urgente individuare un piano di lungo periodo per la Ricerca e l’Innovazione (42%) così come allocare più investimenti in R&S (41%), mentre le imprese a capitale estero chiedono minore burocrazia (28%) e l’individuazione di un pacchetto di sgravi fiscali (14%).

 

Il commento del presidente ENEA. “Dal Rapporto sulle biotecnologie emerge con forza come la ricerca e l’innovazione possano dare un contributo di rilievo allo sviluppo di settori strategici – ha commentato il presidente di ENEA Enrico Testa -, in una prospettiva di sostenibilità economica e ambientale e di collaborazione pubblico-privato. Per sfruttare al meglio le potenzialità del nostro sistema innovativo, infatti, è necessario sviluppare nuove modalità di collaborazione fra ricerca pubblica, imprese e finanziatori, in primo luogo i fondi di venture capital, al fine di massimizzare le opportunità di scambio tecnologico in un approccio di open innovation, per potenziare l’azione di sistema fra i vari attori coinvolti.  Su questa traiettoria si posiziona ormai da alcuni anni ENEA con strumenti ad hoc per rafforzare la collaborazione con le imprese, attraverso programmi come il Knowledge Exchange a supporto del sistema industriale, il fondo interno da 2,5 milioni di euro per il proof of concept, la formazione di ricercatori esperti in trasferimento tecnologico, solo per fare alcuni esempi. E su questa intendiamo proseguire, ampliando servizi e strumenti disponibili, anche nella prospettiva di contribuire alla ripartenza post emergenza Covid-19”.

La redazione
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