Spazio

Come lo spazio può risollevare l’economia di un paese. Cos’è il trasferimento tecnologico?

30 April 2021 | Scritto da Astrospace.it

Perché spendere soldi e risorse per andare nello spazio? Questa è la domanda che sorge spontanea quando si pensa al denaro investito da un paese in un programma spaziale. In questo approfondimento cerchiamo di rispondere a questo interrogativo, analizzando come lo spazio sta diventando un motore per l’economia nazionale e mondiale.

A cura di Elia Altieri

Al giorno d’oggi ogni Potenza che si possa definire tale finanzia e favorisce lo sviluppo di un settore spaziale nazionale. La ragione di questo interesse va oltre l’ideale a volte un po’ romantico dell’esplorazione e della conoscenza. Il mercato spaziale smuove infatti miliardi di euro (o dollari) e le attività che ruotano intorno ad esso sono infinite. Ma la nascita di questo nuovo mercato ha avuto un effetto sempre maggiore anche su settori che non sono correlati ad esso in nessun modo. Le attività prettamente spaziali sono infatti solo la punta dell’iceberg di un mercato molto più vasto di quello che si crede. Le conseguenze di ciò sono diventate estremamente evidenti negli ultimi anni, nei quali lo spazio è divenuto ampiamente accessibile ai privati, consentendo la nascita di quella che ora viene ora definita “New Space Economy”.

La parte nascosta di questo iceberg è costituita da tutte quelle industrie che lavorano spinte dall’impulso del settore spaziale, ma che ricaveranno un profitto in un settore diverso. In questo modo, partendo dallo spazio, si può innescare un processo che ha ripercussioni sull’intero tessuto economico di un paese. Questo processo è guidato dal così detto Trasferimento Tecnologico. Le tecnologie sviluppate nell’ambito del settore spaziale vengono cioè trasferite a settori completamente diversi, favorendo la crescita economica di migliaia di aziende. Le attività di trasferimento tecnologico sono comunemente classificate in due tipologie: da spazio a terra (spin-out) e da terra a spazio (spin-in).

Una stima (molto prudente) della crescita del settore spaziale nel prossimo decennio. Credits:

Cos’è il Trasferimento Tecnologico? Anche se il fenomeno del Trasferimento Tecnologico sta dilagando in questi ultimi anni, non si tratta affatto di un concetto nuovo. Fin dagli albori della corsa allo spazio si è infatti assistito a questo processo, seppur in maniera più contenuta. Bisogna tornare indietro al programma Apollo per avere i primi esempi di Trasferimento Tecnologico; si pensi alla nascita del cibo liofilizzato, pensato appositamente per risparmiare spazio, pur garantendo il corretto nutrimento per gli astronauti delle missioni Apollo. O al trapano senza filo, progettato per permettere ad Armstrong ed Aldrin di estrarre campioni lunari senza dover preoccuparsi di srotolare un cavo e di attaccarlo ad una presa. Un altro esempio degno di nota è quello delle coperte termiche multistrato che oggi vengono largamente impiegate in molti ambiti diversi, ad esempio quello del primo soccorso.

Anche queste coperte nascono nel contesto del programma spaziale americano per proteggere sia gli astronauti sia i sistemi critici dagli sbalzi termici un punto di vista delle temperature. Se ci guardiamo intorno, è evidente come tutte queste (e molte altre) tecnologie di uso comune che oggi sembrano scontate, siano state ideate nel contesto di un programma spaziale. Ma mentre queste tecnologie si sono riversate nell’economia globale come conseguenza indiretta del programma Apollo, quasi per caso, il Trasferimento Tecnologico dei giorni nostri è un processo assolutamente intenzionale e ricercato.

È infatti ben noto il ritorno economico derivante dal settore spaziale, pertanto, il Trasferimento non si verifica più in maniera involontaria o come prodotto secondario, ma è al centro dell’attenzione delle agenzie e dalle aziende stesse che strutturano i propri programmi in modo da favorire questo meccanismo.

 

Un primo esempio. Un chiaro esempio di questa organizzazione lo si trova nei programmi dell’ESA. Sul territorio Europeo l’Agenzia Spaziale Europea ha tessuto negli ultimi anni una fitta rete di collaborazioni e relazioni socio-economiche, con lo scopo di dare un forte impulso all’economia. In Europa 16 Brokers dell’ESA tra ingegneri, tecnici e scienziati si occupano di individuare tutte quelle piccole e medie imprese che potrebbero in un prossimo futuro beneficiare dell’attività spaziale senza esserne direttamente coinvolte.

Distribuzione degli ESA BIC e dei Brokers sul territorio europeo (credit ESA) trasferimento tecnologico

In questo modo tutte queste attività intraprendono un percorso di collaborazione con ESA che investirà su di loro con l’obiettivo di avviare un processo di innovazione e crescita economica. Inoltre, al fine di sostenere ed alimentare questo volano economico, distribuiti sul territorio Europeo ci sono i così detti Business Incubation Centres (BIC), centri nei quali viene favorita, in un ambiente protetto, la nascita e lo sviluppo di start-up innovative che mirano a portare a terra le tecnologie sviluppate per lo spazio (e viceversa). Quest’ultimo è l’esempio più evidente di come l’ESA abbia grande interesse nel sostenere questa macchina economica trainata dal settore spaziale. Ma vediamo alcuni esempi pratici di Trasferimento Tecnologico che stanno rivoluzionando il nostro mondo proprio in questi anni.

 

Un Cuore Artificiale. Numerosi sono gli esempi di tecnologie sviluppate in ambito spaziale che hanno avuto una ricaduta in campo medico, si pensi alla TAC o alla radiografia, entrambe nate nel programma Apollo dalla necessità di processare immagini realizzate sulla luna per catturarne i minimi dettagli. Oggi però, ci siamo spinti oltre: Il professore francese Alain Carpentier, ad esempio, ha sviluppato un dispositivo artificiale in grado di sostituire il cuore in individui caratterizzati da gravi deficit cardiaci. Lo sviluppo di un dispositivo di questo genere è stato una sfida ingegneristica estremamente complessa. I componenti dovevano essere completamente miniaturizzati e altamente affidabili. Per far fronte ad una tale complessità tecnologica, l’equipe di Carpentier ha dovuto interfacciarsi con il settore più avanzato nell’ambito delle tecnologie: quello spaziale.

La compagnia di Carpentier ha quindi lavorato a stretto contatto con ingegneri spaziali, sfruttando le tecnologie sviluppate per i satelliti di telecomunicazioni. L’elettronica derivata dal sistema di controllo d’assetto utilizzata a bordo di questi satelliti è stata utilizzata per consentire al cuore artificiale di accelerare o decelerare sulla base dei livelli di sforzo del paziente. Questa tecnologia futuristica è divenuta realtà nel 2015 quando il primo trapianto di cuore artificiale è stato eseguito con successo.

 

Dallo Spazio al Grande Schermo. Le tecnologie spaziali hanno raggiunto i più svariati ambiti, addirittura quello cinematografico. L’idea viene al giovane studente Alexandre Pechev, appena laureato alla Surrey University. Alexandre si occupava di programmare un software necessario alla compensazione delle singolarità dei “Control Moment Gyroscopes”. Questi dispositivi, montati su molti satelliti e sonde tra cui la ISS, vengono utilizzati per controllare l’assetto e l’orientamento. Ma ci sono alcune condizioni (singolarità) per le quali questi attuatori non sono in grado di controllare il satellite.

Interfaccia del software sviluppato da IKinema per la produzione di personaggi digitali. trasferimento tecnologico (credit IKinema)

Il software sviluppato da Alexandre aveva proprio l’obiettivo di eliminare queste singolarità ma, prima ancora di arrivare nello spazio, ha avuto un grande successo a terra. Alexandre realizzò infatti il grande potenziale che aveva il suo software nel controllare con grande fluidità i personaggi digitali (CGI characters) nei film. Grazie ad un finanziamento dal programma di Trasferimento Tecnologico dell’ESA, Alexandre ha reindirizzato il suo prodotto verso l’industria cinematografica e videoludica fondando la compagnia IKinema che collabora peraltro con Fox, ILM e Disney.

 

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