Spazio

Le risorse sulla Luna potrebbero non bastare. Come regolamentarne l’accesso?

26 November 2020 | Scritto da Astrospace.it

Con il crescere dell’interesse lunare, potrebbero crescere anche tensioni internazionali relative allo sfruttamento delle risorse del nostro satellite.

A cura di Simone Locatelli

Questo è quello che afferma un nuovo studio pubblicato sul “Philosophical Transactions of the Royal Society A”. In questo articolo un gruppo di ricercatori, guidati dal “Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian”, ha riscontrato un potenziale problema in merito alla gestione delle risorse lunari. Secondo gli studi condotti, non ci sono abbastanza risorse disponibili per i futuri progetti di colonizzazione se ogni player agisse indipendentemente.

Martin Elvis, astronomo del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian e autore principale dell’articolo ha evidenziato come il problema potrebbe emergere dal fatto “che non esiste una legge per regolamentare chi può utilizzare le risorse, e ci sono un numero significativo di agenzie spaziali e altri nel settore privato che alluneranno entro i prossimi cinque anni.”

 

Le leggi spaziali. È bene innanzitutto evidenziare che in questi casi con la parola “sfruttamento” ci si riferisce anche alle attività scientifiche e a quelle senza scopo di lucro. Per una permanenza duratura sulla Luna ci sarà bisogno ad esempio di sfruttare i depositi di ghiaccio ai poli o la regolite e il terreno lunare. Questo rappresenta in ogni caso dello sfruttamento delle risorse lunari.

Attualmente le leggi internazionali sullo spazio sono governate dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico che tra le altre cose stabilisce chiaramente come le risorse lunari non possono essere di proprietà di un singolo stato. Allo stesso tempo però, non stabilisce dei criteri precisi per lo sfruttamento delle risorse della Luna. A questo provano ad aggiungere un piccolo tassello gli Accordi Artemis firmati ad oggi da otto Paesi. Questi, nonostante il nome, non sono dei veri e propri accordi ma dei principi, basati sul Trattato sullo spazio extra-atmosferico.

Fra gli Accordi, uno in particolare definisce la possibilità di sfruttare le risorse lunari, rispettando il trattato Extra-atmosferico, in particolare gli articoli II, VI e XI del Trattato.

 

Risorse limitate. Gli astronomi dell’Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian hanno però trovato dei punti critici nello sfruttamento delle risorse, sopratutto nella loro quantità. Ci sono infatti poche aree di interesse per l’estrazione di materiale, e dopo un’analisi più attenta è stato notato che le aree contenenti i materiali di maggiore interesse sono proprio quelle di superficie minore.

La presenza di elio-3 sulla Luna è già nota dall’analisi della regolite prelevata durante le missioni Apollo, da quel momento, la costruzione di una base lunare, è stata considerata una valida ipotesi. A rafforzarla, le numerose ricerche condotte fino ad oggi. Oltre all’ He-3 è infatti nota la presenza di acqua e ferro. Alanna Krolikowski, assistente professore di scienza e tecnologia politica (Missouri S&T) ha affermato :” Il problema più grande è che tutti stanno mirando agli stessi siti e stesse risorse; stati, compagnie private, tutti. Ma i siti e le risorse sono limitate. Non abbiamo una seconda Luna su cui poterci spostare. Questo è l’unico satellite su cui possiamo lavorare.”

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