20 minuti dal futuro

Robot e umani: convivenza possibile?

12 June 2020 | Scritto da La redazione

Ne abbiamo parlato con Francesco Nori, Head of Robotics Lab di Deepmind, ospite di Impactscool in una nuova diretta di “20 minuti dal futuro”

Ricerca e sviluppo tecnologico ci stanno consegnando robot sempre più performanti, in grado di affiancarci e supportarci in diverse azioni quotidiane. Ma quale ruolo avranno nella società del futuro? Saranno sempre un supporto all’uomo o ci ruberanno il lavoro? Che tipo di relazioni instaureremo con loro? Se ne è discusso durante l’appuntamento del 4 giugno di “20 minuti dal futuro”: ospite della diretta Francesco Nori, Head of Robotics Lab di Deepmind e già responsabile del laboratorio di Dynamic interaction control dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

 

L’uomo come fonte di ispirazione. Tecnologia e natura sono spesso messe in contrapposizione, ma la biologia ha offerto e offre numerosi spunti per lo sviluppo dei robot. “L’ispirarsi all’uomo per creare macchine intelligenti – ci ha detto Nori – è diventato abbastanza comune, perché l’uomo è un esempio delle cose che vorremmo riuscire a realizzare. Fare questa sorta di ingegnerizzazione alla rovescia ci permette di prendere spunto, sia sul piano motorio sia su quello dell’intelligenza. Deepmind è fortemente ispirata dall’analisi e dalla comprensione della mente umana. Sul piano pragmatico è una cosa furba, ma è anche molto affascinante”.

 

Robot e lavoro. “Storicamente c’è sempre stata la paura che le macchine ci rubassero il lavoro – spiega Nori. – Lo abbiamo visto anche con il bancomat nel modo bancario, nella moda con la capacità di filare i tessuti e molti altri settori. I lavori cambiano, ma prima che scompaiano ci vuole moltissimo tempo”. A cambiare potrebbe essere il significato stesso di lavoro: “credo che in ogni caso i cambiamenti saranno per il meglio – ci ha detto -. Utopisticamente spero che questi cambiamenti ci porteranno a dedicare più tempo a noi, alla nostra salute, alle passioni, agli affetti. L’importante è sostenere il tutto sul piano sociale”.

 

E sul piano delle relazioni? “Per la nostra comprensione attuale delle cose, sappiamo che buona parte della nostra intelligenza è basata su aspetti sociali e relazionali: l’uomo crea la propria intelligenza dall’interazione con gli altri. Collaborazione e relazione saranno elementi fondamentali anche per la creazione di un’intelligenza nei robot. Credo che l’unico modo per rendere accettabile una nuova intelligenza sia collaborare alla sua creazione”

Guarda l’intervista completa:

La redazione
La redazione

leggi tutto