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Notizie dal futuro e dintorni – 15 Aprile

15 April 2019 | Scritto da La redazione

Le notizie più importanti su tecnologie e futuro, selezionate dal team di Impactscool

Dagli occhi degli insetti alla stampa 3D

Ispirandosi agli occhi degli insetti sono stati stampati in 3D nuovi materiali con eccezionali caratteristiche ottiche. Antenne capaci di filtrare determinate frequenze elettromagnetiche, riflettori parabolici che assorbono e trasmettono certe frequenze e tante altre applicazioni per nuovi meta-materiali stampati in 3D sviluppati dalla Tufts University. Traendo ispirazione dagli occhi composti delle falene è stato possibile sviluppare un dispositivo semisferico capace di assorbire segnali elettromagnetici da ogni direzione solo in determinate sequenze. Sfruttando complesse forme geometriche, generate con una combinazione di stampa 3D, micro-incisioni e rivestimenti metallici, ripetute su scala microscopica – inferiore alla lunghezza d’onda delle varie radiazioni elettromagnetiche che si vuole utilizzare – è stato possibile aumentare le capacità dei materiali usati precedentemente diminuendone le dimensioni. Questa tecnologia in futuro potrebbe trovare applicazioni in moltissimi campi, come sensori più precisi e compatti per diagnosi mediche, antenne per telecomunicazioni e dispositivi per misurazioni ottiche, come gli spettrografi, portatili.

 

Una delicata mano italiana per Robosimian

Il robot del JPL sarà in grado di manipolare oggetti con maggiore delicatezza, abilità essenziale in situazioni d’emergenza. Si chiama Robosimian, ha l’aspetto di un ragno o di un gorilla, a seconda che si trovi nel suo assetto quadrupede o bipede, è un robot prodotto dal JPL, il Jet Propulsion Laboratory, per effettuare operazioni in zone colpite da catastrofi e da oggi possiede una mano tutta italiana che gli permetterà di manipolare oggetti con una delicatezza mai vista prima in una macchina. Il prototipo è stato costruito dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Jpl, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia e dell’Università Cà Foscari di Venezia. Attraverso un sensore a fibra ottica “la mano robotica è in grado sia di rilevare con precisione dimensioni e consistenza dei materiali toccati – ha dichiarato il primo autore della ricerca, Luca Massari – sia di afferrare oggetti fragili senza romperli o farli scivolare, sia di adattare dinamicamente la posizione delle dita robotiche durante la manipolazione di oggetti che cambiano volume”.

 

Nuove funzionalità per Focal, gli smart glasses della North

Ascoltare musica, gestire le notifiche, avere indicazioni stradali in diretta e un servizio automatico di sbobinamento memo vocali nel nuovo update per le lenti intelligenti Focal. Gli occhiali intelligenti guadagnano nuove funzionalità. Grazie ad un nuovo aggiornamento saranno in grado di permettere l’utilizzo di Spotify attraverso l’anello di controllo chiamato Loop. Grazie alla realtà aumentata gli occhiali forniranno indicazioni stradali, comprese di distanza, tempo stimato d’arrivo ed eventualmente condividere automaticamente con i propri contatti un eventuale ritardo. Il sistema di navigazione viene automaticamente disattivato quando gli occhiali percepiscono che l’utente si trova alla guida di un mezzo, così da evitare distrazioni. Infine, la feature più acclamata, chiamata “Rewind”, permetterà agli smart glasses di registrare memo vocali che verranno poi automaticamente trascritti e inviati via mail al possessore.

 

La musica in streaming è dannosa per l’ambiente

I servizi di musica in streaming sarebbero responsabili di oltre 200 milioni di kg di CO2 in atmosfera per anno. Senza riflettere verrebbe da dire che la musica in streaming sia meno impattante sull’ambiente rispetto ai supporti fisici precedenti: vinili, audiocassette, cd. Eppure, secondo uno studio dell’Università di Glasgow in collaborazione con l’Università di Oslo la quantità di CO2 rilasciata nell’atmosfera per gestire e distribuire la musica attraverso i vari servizi in streaming sarebbe maggiore della somma di gas serra prodotto dalla produzione di vinili e CD. Lo studio ha preso in considerazione il valore di GHGs, ovvero la quantità di gas serra rilasciati in atmosfera durante tutto il processo produttivo e di distribuzione di un bene.

 

Auto volanti? Sostenibili su lunghi tragitti

Uno studio ha cercato di capire se un veicolo volante possa essere sostenibile da un punto di vista ambientale. Le auto volanti sono un po’ il simbolo del futuro: film, cartoni animati e altri media hanno ritratto questi veicoli in ogni salsa e, oggi che siamo in gradi di costruirli, la vera domanda è se i VTOL (l’acronimo che li descrive sta per Vertical Take-off and Landing) siano economicamente e ambientalmente sostenibili. Ha cercato di capirlo un gruppo di ricerca dell’Università del Michigan. I risultati hanno mostrato come su tratte di almeno 100 km un VTOL abbia un impatto molto minore rispetto ai classici veicoli a combustione, di contro, su tratte inferiori il consumo di energia elettrica diventa meno efficiente in quanto il maggior consumo avviene durante il decollo e l’atterraggio. Un utilizzo sensato di questi tipi di veicoli quindi, secondo lo studio, sarebbe quello di navette che fanno la spola fra destinazioni a media distanza fra loro o difficili da raggiungere.

 

Scoperto un nuovo stato della materia grazie all’IA

È liquido e solido allo stesso momento, per scoprirlo i ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno sfruttato un particolare tipo di Intelligenza Artificiale chiamata Rete Neurale. Prendete un bicchiere pieno d’acqua, normalmente la troverete nel suo stato liquido. Raffreddatela e diventerà ghiaccio, lo stato solido. Riscaldatela e l’acqua evaporerà, lo stato gassoso. Normalmente questi sono gli stati della materia che incontriamo nel nostro quotidiano, ma in realtà ce ne sono molti altri, come il plasma, i condensati di Bose-Einstein o la materia degenere. Da oggi un altro stato si aggiunge alla famiglia: non ha ancora un nome ma “sarebbe come una spugna piena d’acqua che inizia a sgocciolare, ma anche la spugna è fatta d’acqua”, dice il coautore dello studio Andreas Hermann. Per individuare l’insolita forma è stato usato del potassio, poi sono state effettuate delle simulazioni attraverso una rete neurale, un particolare tipo di “machine learning” che permette di prevedere un fenomeno fornendo alla macchina esempi da cui imparare.

La redazione
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