Cambiamento climatico e ambiente

Tecnologie ICT per la precision forestry: come tutelare le foreste e la risorsa legno

17 February 2021 | Scritto da Tech4Future.info

L’innovazione tecnologica, attraverso la precision forestry, può garantire un sostegno prezioso per tutelare e beneficiare delle foreste. L’Italia ha tutto da guadagnarci.

A cura di Andrea Ballocchi

Tecnologie ICT per la precision forestry, ovvero big data, soluzioni hardware e software – oltre a tecniche che fanno capo all’ambito di sudi dell’intelligenza artificiale – per fornire informazioni dettagliate e tempestive a beneficio della filiera forestale e industriale. Quello che sta alla base della precision forestry è un concetto simile all’agricoltura di precisione, traducibile come selvicoltura di precisione, ma è molto più ampio e comprende una serie di applicazioni che hanno come denominatore comune l’uso di tecnologie ICT abbinate alle tecniche di posizionamento (georeferenziazione) dell’informazione a supporto delle attività forestali. Significa, in pratica, adottare big data, sistemi di georeferenziazione, ma anche droni e altre tecniche e soluzioni hi tech per curare lo sviluppo delle foreste, degli alberi e delle piante che ne fanno parte, per tutelarle ma anche per permettere di trarne benefici economici e occupazionali.

Per rendere possibile tutto questo si impiegano tecniche di intelligenza artificiale, deep lsearning in particolare, ma anche la sensoristica applicata alle macchine, droni e altre soluzioni hardware e software. Tutto questo sta accadendo anche in Italia, che è il secondo paese in Europa per copertura forestale espressa in termini relativi: quasi il 40% Belpaese è ricoperto di boschi.

 

I boschi italiani. Lo rileva un recente rapporto di Fondazione Symbola e Coldiretti: la superficie boschiva nazionale ha registrato una crescita del 20% negli ultimi trent’anni, estendendosi oggi su 11,4 milioni di ettari. La filiera legno è particolarmente importante per l’Italia: impegna attivamente 80mila imprese e quasi 400mila persone. Inoltre, l’industria del mobile è il secondo settore dell’industria manifatturiera italiana, con un volume di affari annuo complessivo che supera i 40 miliardi di euro.

Eppure potrebbe fornire un maggior contributo alla ricchezza nazionale: oggi l’80% del fabbisogno di legno viene soddisfatto dall’import, con un costo di 3 miliardi di euro in quanto solo un terzo del patrimonio forestale viene utilizzato ed è tra i più bassi in Europa. Svezia, Finlandia e Germania risultano tra i maggiori esportatori al mondo di legname, eppure le loro foreste sono tutelate.

La sostenibilità ambientale passa anche dal saper unire l’utile al dilettevole, la giusta tutela dell’ecosistema con la possibilità di valorizzarne le potenzialità economiche in modo responsabile. Tutto questo è possibile proprio grazie alle tecnologie ICT per la precision forestry.

 

Precision Forestry: cos’è e quale impiego fa di big data e intelligenza artificiale. Precision Forestry è un termine un po’ più esteso della silvicoltura di precisione:

In realtà va più in là dell’insieme di pratiche di monitoraggio, pianificazione, gestione e utilizzazione delle risorse forestali, perché le stesse scienze forestali richiedono una complessità di approccio più ampia. Se vogliamo concretizzare gli ambiti applicativi della precision forestry, nel suo complesso, ne possiamo individuare quattro: monitoraggio e pianificazione forestale, attraverso sistemi informativi geografici, di telerilevamento satellitare, aereo e più di recente anche mediante droni; le applicazioni sito-specifiche di tipo colturale, ovvero per migliorare la realizzazione di interventi di piantagione e di coltura del bosco; le applicazioni di utilizzazione forestale e quelle relative alla tracciatura dei prodotti nella filiera foresta-legno

spiega Piermaria Corona, docente dell’Università degli studi della Tuscia e fellow researcher del CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Le tecnologie ICT per la precision forestry e, più in particolare, i big data, sono impiegate nel primo segmento, per monitorare gli incendi, per esempio, o per analizzare la capacità dei sistemi forestali di assorbimento, cattura e sequestro della CO2 emessa in atmosfera. Tutto questo è possibile attraverso il telerilevamento satellitare, che fornisce una grandissima quantità di dati, trattati attraverso tecniche di big data e di intelligenza artificiale, in particolare deep learning.

Si sfrutta la capacità delle reti neurali di selezionare le immagini, individuando i fattori di disturbo ambientale più evidenti: gli incendi, i fenomeni climatici estremi (come la tempesta Vaia), e gli effetti dell’antropizzazione.

Una delle frontiere aperte in tema big data, che si sta cercando di sfruttare è la possibilità di osservare con una certa tempestività e precisione tutti questi fenomeni. Per far questo c’è bisogno appunto, di grandi set di immagini tele rilevate, che implicano miliardi di byte, contando sulla grande estensione delle foreste italiane, superiore a 11 milioni di ettari” spiega il docente. Ma se nel monitoraggio e pianificazione forestale si è avanti, negli altri settori l’impiego di questa tecnologia (e non solo) in Italia è a livello embrionale.

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