Cambiamento climatico e ambiente

La giornata dell’ambiente 2019

4 June 2019 | Scritto da La redazione

Il tema di quest’anno è l’inquinamento dell’aria, un problema che riguarda praticamente tutte le zone abitate del pianeta

Era il 5 giugno 1974 e allo slogan di “only one Earth”, (esiste) solo una Terra, si celebrava la primissima giornata mondiale del clima: una festività proclamata due anni prima dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma dell’ONUper l’ambiente. Una ricorrenza che ci ricorda l’importanza della natura, ogni anno seguendo un tema specifico. Se l’edizione scorsa si è rinnovato l’impegno della lotta alla plastica, quest’anno il tema scelto è quello dell’inquinamento dell’aria, una problematica che riguarda  milioni di persone. Le celebrazioni si terrano in Cina, uno dei Paesi più colpiti.

 

Un killer silenzioso. Sono circa 7 milioni all’anno le persone che muoiono a causa dell’aria inquinata. Secondo il World Health Organization, il 97% degli abitanti di Paesi a medio/basso reddito, in agglomerati urbani con una popolazione di almeno 100mila individui, corre maggiori rischi per la salute a causa dell’inquinamento: per queste persone, infatti, è più facile incorrere in infarti, malattie cardiovascolari e infezioni al sistema respiratorio.

I principali responsabili di queste patologie sono le famose polveri sottili, particelle sospese in aria di diverso tipo ma con una caratteristica in comune: sono estremamente piccole (/vanno da qualche nanometro fino a 10 micrometri, millesimi di millimetro) e provengono, maggiormente, dai processi di combustione ovvero dai motori delle auto e dai processi industriali.

 

La situazione italiana. La qualità dell’aria nel nostro Paese non è delle migliori, tutt’altro. Non è necessario avere una cappa di smog per rendersi conto dell’inquinamento: in Italia la cattiva qualità dell’aria causa più di 80mila morti l’anno, uno dei valori più alti di tutta l’Europa. Le zone con una maggiore presenza di polveri sottili sono le zone della Pianura Padana – in particolare intorno a Milano e fra Venezia e Padova -, poi Napoli e Taranto.

Si tratta di un problema grave che forse non viene affrontato come si dovrebbe: il nostro Paese possiede troppe auto vecchie e producono grandi quantità di particolato, a questo si va ad aggiungere quello prodotto dalle industri pesanti, dall’agricoltura e dalle caldaie obsolete. Le possibili soluzioni? La mobilità sostenibile, la riduzione del consumo di carne e derivati, un utilizzo più attento dell’energia elettrica.

 

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La redazione
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