20 minuti dal futuro

Una sinergia europea per l’Intelligenza artificiale

30 April 2020 | Scritto da La redazione

L’emergenza in atto sta rendendo ancora più evidente quanto sia necessario un approccio europeo allo sviluppo dell’IA. Ne abbiamo parlato con Emanuela Girardi in una nuova puntata di “20 minuti dal futuro”

Tra le tecnologie attive nella lotta al Covid-19, l’intelligenza artificiale sta svolgendo un ruolo di primo piano: dall’elaborazione dei dati per la ricerca al suo utilizzo per studiare e gestire l’evoluzione dei contagi, i sistemi basati su sistemi di IA stanno offrendo un grande contributo. Allo stesso tempo, però, si sta rendendo sempre più necessario un approccio europeo all’utilizzo e allo sviluppo di questa tecnologia, che sia democratico, sostenibile ed etico. Ne abbiamo parlato con Emanuela Girardi, fondatrice dell’associazione Pop Ai – Popular Artificial intelligence, componente del pool di esperti del MISE sull’intelligenza artificiale e componente del team italiano di CLAIRE, un ecosistema europeo per l’IA.

 

Un approccio europeo. “CLAIRE – ci ha raccontato – comprende ricercatori, scienziati ed esperti di tutta Europa. Abbiamo creato un’organizzazione per sviluppare tecnologie di IA “made in Europe”, che fossero fondate su valori europei. Ma abbiamo fatto anche un passo successivo, fatto anche all’interno del gruppo italiano del MISE, cioè di non pensare solo a un’intelligenza artificiale focalizzata sull’uomo ma anche per uno sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale. Questo è un passo importante, perché amplia l’approccio e la visione: significa pensare a come l’IA possa essere utilizzata per risolvere i problemi dell’umanità e raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU”.

 

Cosa impariamo dall’emergenza da Covid-19? “Questa situazione – ha proseguito Girardi – ha fatto emergere la necessità di digitalizzare i processi, ma anche quella di lavorare con i dati e utilizzarli come supporto decisionale o per avere maggiori informazioni”. Per farlo in modo efficace e sostenibile, però, servono strategie precise sia a livello nazionale che internazionale. “Stiamo vendendo come per lo sviluppo di sistemi di IA serva condividere dei valori europei. Inoltre, potrebbe essere utile un punto di riferimento centrale che coordini tutta l’attività di ricerca e le iniziative”.
Allo stesso tempo, però, l’emergenza ci consegna un’immagine nuova dell’IA. “Abbiamo sfatato un po’ il mito dell’intelligenza artificiale con le sembianze di Terminator e alla visione di singolarità tecnologica. È passato il concetto che l’IA rappresenta un insieme di tecnologie che possono essere molto utili per l’uomo, anche se vanno gestite e regolamentate.

Guarda l’intervista.

 

La redazione
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