Future Society

Pornografia e sesso del futuro? VR e AI potrebbero cambiare molte cose

3 September 2017 | Scritto da Cristina Pozzi

Dai sex robot che potrebbero rubare il lavoro alle prostitute alla realtà virtuale. Ecco come potrebbe cambiare l’industria della pornografia e del sesso del futuro.

Le statistiche rilasciate da PornHub (un popolare sito per adulti) sugli accessi ai video VR parlano chiaro: la diffusione di questa nuova tecnologia sta già incuriosendo tantissime persone passando da 180.000 visualizzazioni giornaliere a 900.000 (il giorno di Natale 2016, appena scartato il nuovo gadget portato da Babbo Natale).

L’industria del porno virtuale e del sesso nel futuro promette di creare nuove esperienze immersive. Si sta  anche pensando ad aggiungere dispositivi per replicare anche i sensi del gusto, degli odori e del tatto.

Questo potrebbe cambiare il paradigma trasformando un’esperienza oggi tipica di uno spettatore, in quella di un attore, interattiva.

Non mancano le polemiche e la richiesta di regole che riescano a evitare l’accesso a questi contenuti ai minori, così come è stato con l’avvento delle videocassette o dei video online. Ma i lati negativi possono essere molti di più e legati anche agli adulti. In uno studio fatto dalla rivista The Conversation, è stato chiesto ai partecipanti di immaginare un personaggio inventato e che tipo di uso avrebbe fatto di questa tecnologia. Alcuni dei partecipanti hanno immaginato delle situazioni positive. Altri,però, hanno immaginato di poter utilizzare questa tecnologia per ricreare immagini virtuali di persone reali, con cui intrattenersi in esperienze immersive o sulle quale esercitare addirittura violenza.

Questo ovviamente fa nascere tutta una serie di dilemmi morali ed etici su come gestire la possibilità che questi fenomeni siano realtà in futuro e su quali siano le regole che dovremmo applicare. Se in più andiamo a considerare che oggi anche strumenti come Spaces di Facebook stanno andando nella direzione di creare mondi virtuali dove vivere esperienze immersive, la preoccupazione aumenta.
Leggendo il recente manifesto di Zuckerberg, infatti, non sembra che Facebook abbia intenzione di eliminare contenuti violenti o offensivi dalla propria piattaforma ma di puntare al contrario all’ottimizzazione degli strumenti che permettono di settare le proprie preferenze per deciderle se vederli o no, laciando la massima libertà su cosa caricare online.

Intelligenze artificiali e sesso con sexbots

Dalla realtà virtuale a quella fisica, dove troviamo le proposte di numerosi produttori dei cosiddetti “sexbots” dotati di intelligenza artificiale, i cui primi prototipi altamente personalizzabili sono già sul mercato.

Parliamo di un’industria che si stima possa valere 30 miliardi di dollari e che ha sfumaure inquietanti alla Westworld.

Harmony 2.0, creata dalla Real Doll, ad esempio, è il primo modello al mondo di bambola sessuale parlante. Può essere personalizzata nell’aspetto, ma anche nella personalità, scegliendo tra 18 diverse sfumature attraverso un’app. Promette, inoltre, di imparare e di ricordare informazioni sull’utente in modo da poter interagire discorrendo del proprio piatto preferito o di altri argomenti.

Anche in questo caso sono possibili applicazioni e implicazioni positive o negative di queste tecnologie.

Le sfide che ne nascono sono grandissime e vanno affrontate subito. Solo così possiamo decidere come vogliamo usarle prima che siano diffuse sul mercato di massa.

Cristina Pozzi
Cristina Pozzi

Contributor

Cristina Pozzi si definisce una Future Maker, un’attivista che mira alla divulgazione del futuro e della riflessione etica sulle nuove tecnologie emergenti. È Co-fondatrice e Amministratore Delegato di Impactscool.

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