Starship SN8: uno spettacolare fallimento di successo
10 December 2020 | Scritto da Alberto Laratro
Il primo vero test di volo del nuovo veicolo spaziale della SpaceX è stato un incredibile successo, nonostante si sia concluso con un’esplosione

Immaginate la Statua della Libertà che a un certo punto si alza in volo, raggiunge i 12 km di quota e poi precipita di pancia, infine, quando è a poche centinaia di metri dal terreno, con un colpo improvviso, si raddrizza per tornare a ergersi sul suo piedistallo. Questa folle manovra è ciò che il prototipo SN8 della Starship, poco più alto della statua, ha tentato di compiere ieri sera, in un test di successo che si è concluso con un’esplosione. I dati raccolti saranno preziosi per perfezionare la nuova navicella della SpaceX che, nei piani di Elon Musk, in futuro ci porterà verso la Luna e verso Marte.
3, 2, 1, liftoff! Il lancio si è fatto attendere, già il giorno prima, durante la prima finestra di lancio, le centinaia di migliaia di persone in giro per il mondo che hanno seguito lo streaming dell’evento sono rimaste a bocca asciutta a causa di un problema a uno dei motori che ha costretto la SpaceX a rimandare il lancio al 9 dicembre. Solo alle 23.45, durante una finestra di lancio che era partita alle 15.00, abbiamo avuto modo di vedere il decollo.
SN8 (serial number 8), questo il nome del prototipo usato, rappresenta una versione ridotta di cosa sarà in futuro la Starship, monta infatti solo 3 motori Raptor su 6 previsti e, nonostante l’aspetto da silos, è in realtà un concentrato di innovazione aerospaziale.
Il piano di volo. L’adrenalinico volo è durato poco più di 6 minuti ma ha mostrato al mondo di cosa è capace questo veicolo che promettere di rivoluzionare l’ambito spaziale. Alimentato da metano e ossigeno, il razzo si è sollevato fino a 12,5 km di quota, arrivando in cima alla parabola con un solo motore acceso come previsto.
A questo punto è iniziata la fase spettacolare: usando i suoi alettoni e il sistema RCS (reaction control system), ovvero piccoli getti direzionali, ha modificato il suo assetto, da verticale a orizzontale e, come un paracadutista, ha utilizzato le quattro superficie aerodinamiche per orientarsi e mantenere la posizione, compiendo un rientro controllato. In futuro questa manovra sarà fondamentale per i voli spaziali, sia sulla Terra che su Marte: sfruttando il maggior attrito aerodinamico che questa posizione comporta la Starship è in grado di frenare nell’atmosfera, riducendo la sua velocità e garantendo un rientro a velocità accettabili.
La Starship, così come gli altri razzi della SpaceX, è progettata per atterrare in verticale, per questo a poche centinaia di metri dal terreno compie l’ultima parte della sua manovra, forse la più rischiosa e audace: con una rapida accensione dei motori orientabili si raddrizza e atterra in verticale. È proprio quest’ultima manovra che durante il test è riuscita solo parzialmente, decretando una rapida ed esplosiva fine per il razzo. Stando a un tweet di Musk la pressione all’interno del serbatoio non era sufficiente durante l’atterraggio, non permettendo a SN8 di frenare sufficientemente la sua caduta e portando il razzo a un RUD, Rapid Unscheduled Disassembly – disassemblaggio rapido non programmato, ovvero un’esplosione.
Fuel header tank pressure was low during landing burn, causing touchdown velocity to be high & RUD, but we got all the data we needed! Congrats SpaceX team hell yeah!!
— Elon Musk (@elonmusk) December 9, 2020
Un fallimento di successo. Nonostante la fine pirotecnica, la missione è stata un enorme successo. Fino al momento dell’”atterraggio” il volo è stato perfetto e ha permesso alla SpaceX di raccogliere molti dati preziosi che gli permetteranno di perfezionare i futuri test e di creare quindi un veicolo spaziale sicuro per il volo, anche umano. Di botto, letteralmente, ci siamo avvicinati molto di più a Marte e alla Luna. La prossima versione del prototipo, SN9, è già pronta al lancio, che probabilmente avverrà agli inizi del 2021.
Se vi siete persi la diretta recuperate il video del test qui: