Cambiamento climatico e ambiente

Il futuro della Terra

24 April 2018 | Scritto da La redazione

Si è celebrata in tutto il mondo il 22 aprile la Giornata della Terra, occasione per festeggiare il nostro Pianeta, parlare del suo stato di salute e promuoverne la salvaguardia

 

Una giornata dedicata alla Terra: l’Earth Day, istituito dalle Nazioni Unite nel 1970, si festeggia ogni anno il 22 aprile e ci ricorda quanto sia importante difendere il nostro Pianeta. Emergenza rifiuti, inquinamento e surriscaldamento globale, sono solo alcune delle grandi sfide che la Terra e i suoi abitanti dovranno affrontare nel prossimo futuro.

Le notizie che ci giungono dalle più recenti ricerche scientifiche, purtroppo, non sono incoraggianti.
L’Ocean Cleanup Foundation olandese, in un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha analizzato la situazione delle ormai tristemente note “isole di rifiuti” dell’oceano Pacifico, fotografando una situazione decisamente peggiore rispetto alle previsioni: la superficie, costituita dal 99,9% di plastiche, occuperebbe un’area di 1,6 milioni di chilometri quadrati, 16 volte in più di quanto stimato fino ad oggi. Secondo queste misure, ottenute grazie ai satelliti e alle campionature effettuate da 18 speciali imbarcazioni, i rifiuti si estendono per circa un decimo dell’intero Pacifico e pesano 79.000 tonnellate. Questi dati sembrano confermare quanto riportato da un documento dell’UNEP, United Nations Environment Programme, in cui si afferma che ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.
Ma anche nei nostri mari la situazione sembra essere critica: uno studio condotto dall’Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova, dall’Università politecnica delle Marche e da Greenpeace Italia, frutto dei campionamenti realizzati durante il tour “Meno Plastica più Mediterraneo”, ha evidenziato come la presenza di microplastiche in alcune acque superficiali dei mari italiani non sia poi così distante da quella registrata nelle “famigerate” aree dell’Oceano Pacifico.

Non sono solo i mari, però, ad essere in pericolo: secondo l’ultimo report dell’Health Effects Institute il 95% della popolazione mondiale respira aria pericolosa. Se tra le Nazioni più sviluppate si è registrato un certo miglioramento, a preoccupare è soprattutto l’inquinamento delle aree in via di sviluppo in cui gli abitanti sono esposti ad aria nociva non solo a causa delle emissioni presenti nell’atmosfera ma anche per le esalazioni delle combustioni domestiche, con conseguenze drammatiche sulla salute.

A pagare le conseguenze di tutto questo è proprio la Terra e il fenomeno del surriscaldamento globale sta minando parecchi ecosistemi. Con le acque sempre più calde, per esempio, la barriera corallina australiana è destinata a morire, con l’aumento delle temperature atmosferiche molti ghiacciai si stanno ritirando e sempre più specie, sia animali sia vegetali, sono a rischio estinzione.

La prospettiva di spostare la popolazione terrestre su Marte è ancora decisamente fantascientifica e il grido di aiuto del pianete non può essere ignorato. L’Earth Day non può essere la soluzione a tutti i problemi, ma rappresenta un’occasione importante per parlare di queste tematiche e smuovere le coscienze. Perchè il futuro della Terra non dipende solo dall’Accordo sul clima di Parigi, dalle leggi nazionali o dalle “giornate senza auto” istituite dai diversi Comuni: tutti noi, nel quotidiano, dobbiamo fare la nostra parte.

Tags: Earth Day
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