Pianeta Terra e Spazio

Musk vs Bezos: due visioni per un unico obiettivo

21 May 2019 | Scritto da Alberto Laratro

Il futuro, vicino e lontano, dell’umanità nello spazio

50 anni fa la corsa allo spazio è stata una fulminante accelerazione tecnologica e scientifica che ha visto contrapporsi due superpotenze: USA e URSS. Due visioni del mondo differenti che si sono affrontate nel campo da gioco dello spazio. Una corsa sfrenata a colpi di primati storici che si è conclusa nel momento in cui lo scarpone di Neil Armstrong ha lasciato la prima impronta sulla Luna nel ’69. Da allora, nonostante continui successi da parte di molte realtà da tutto il mondo, sia nell’esplorazione spaziale umana che in quella robotica, l’interesse dell’opinione pubblica verso lo spazio è andato scemando. Fino a oggi.
Una nuova corsa sta prendendo piede, una corsa che vede nuovi protagonisti in gioco: non più solo superpotenze economiche e militari, ma anche super ricchi, in grado di gestire imperi commerciali. Stiamo parlando dei due principali attori in questa nuova gara: Elon Musk e Jeff Bezos, multimiliardari che hanno intravisto nello spazio una possibilità di guadagno, ma anche  qualcosa di più grande: una visione di futuro.

 

La SpaceX e Marte. Elon Musk è il fondatore di Tesla, l’impresa automobilistica che sta cambiando le carte in tavola nel mondo dei veicoli elettrici a guida autonoma, e SpaceX, l’azienda privata aerospaziale che ha spostato il paradigma della missilistica.
Fondata nel 2002, SpaceX ha avuto sin dal principio una visione a breve termine chiara: rendere lo spazio più accessibile. I costi per mandare una chilogrammo di carico in orbita sono stratosferici perché i razzi sono usa e getta. Milioni di dollari che finiscono in rottami ad ogni lancio. Le parole di Musk a riguardo sono chiare: “immagina se dovessi usare un nuovo aereo per ogni volo. Pochissimi potrebbero permettersi di volare”. Lo stesso vale per lo spazio. Ecco perché è nata SpaceX che, in poco meno di 20 anni, è diventata un punto di riferimento nell’industria aerospaziale grazie ai suoi Falcon 9, i razzi in grado di atterrare e che possono quindi essere riutilizzati. Un’innovazione dirompente che ha portato il costo per portare un kg di materiale dagli oltre 50.000 dollari dello Space Shuttle a 2000 dollari circa.

Ad oggi sono stati 39 gli atterraggi di successo, 20 i razzi che sono stati riutilizzati e la nuova versione del Falcon, il Falcon Heavy, il razzo più potente del mondo al momento, ha già compiuto due voli di successo. Fra questi anche quello che ha portato, con un’audace mossa di marketing, una Tesla rossa con a bordo un manichino con addosso la nuova tuta spaziale di casa SpaceX in un viaggio nelle vicinanze di Marte. Ora che i razzi della famiglia Falcon sono operativi e affermati, Musk guarda già al futuro con un razzo, o meglio una navicella spaziale, di nuova concezione. La Starship, una volta nota come BFR (Big Falcon – o F***ing – rocket), un gigantesco razzo, attualmente in costruzione, capace di portare un equipaggio di 100 persone nello spazio per viaggi interplanetari, verso la Luna e verso Marte.

Il futuro di Musk. E proprio Marte che riempie il futuro di Musk. Tutti i suoi sforzi sembrano portare nella direzione del pianeta rosso. Secondo l’imprenditore sudafricano l’umanità deve diventare una civiltà multi-planetaria, espandersi nel Sistema Solare per evitare l’estinzione. La Starship potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’avvio di questa colonizzazione, creando le infrastrutture di base per una colonia su Marte e arrivando, in un futuro non meglio definito, addirittura a terraformare il pianeta.

 

La lenta ma inesorabile cavalcata della Blue Origin. La visione di Musk è simile ma allo stesso tempo profondamente diversa da quella del suo avversario, Jeff Bezos. Il magnate dell’e-commerce non ha bisogno di molte presentazioni, fondatore di Amazon e uomo più ricco del mondo, investe un miliardo all’anno del suo patrimonio nella sua azienda aerospaziale, Blue Origin. Nata nel 2000, la vision di questa impresa è quella di permettere a milioni di persone di vivere e lavorare fuori dall’atmosfera terrestre.

Seguendo il motto “gradatim, ferociter” – gradualmente, implacabilmente –, il primo risultato ottenuto è modesto (se paragonato a quelli del suo competitor) ma innovativo: si chiama New Shepard, un razzo sub-orbitale, quindi in grado solo di visitare lo spazio per pochi minuti, che ha scopi prettamente turistici. Come i Falcon 9, anche questo razzo è in grado di atterrare per poter essere riutilizzato, ad oggi ha compiuto 10 voli di successo. Nella prospettiva di crescita costante, è in fase di sviluppo un nuovo razzo, New Glenn, che sulla carta surclasserà anche il Falcon Heavy. 45 tonnellate di carico portate in orbita con ciascun lancio e la capacità, come tutto i razzi coinvolti in questa corsa, di poter essere riutilizzato. Recentemente Bezos ha svelato il suo piano per contribuire al ritorno dell’uomo sulla Luna: un lander capace di trasportare sulla superficie del nostro satellite fino a 6 tonnellate e mezzo di carico, equipaggi umani compresi. L’idea è di creare un’infrastruttura di trasporto che agevoli l’entrata in scena di imprese, istituti di ricerca e paesi che non possono permettersi di sviluppare la tecnologia necessaria a raggiungere la Luna.

Il futuro di Bezos. La visione di futuro di Bezos però va molto più avanti nel tempo e non prevede di colonizzare altri mondi: vuole costruirli. Basandosi sugli studi del 1969 di Gerard O’Neil, professore di fisica di Princeton, il CEO di Amazon prevede mastodontici cilindri cavi, di decine se non centinaia di km, rotanti. La rotazione simulerebbe la gravità e l’interno del cilindro potrà essere abitato. In questo modo, immagina, la Terra verrà liberata dall’oppressivo consumo energetico umano e l’umanità potrà trovare una nuova sistemazione in qualsiasi punto del sistema solare. Costruire queste colonie spaziali non è un compito per la nostra generazione, ma gli sforzi di Bezos mirano a costruire le fondamenta necessaria per permettere alla sua visione del futuro dell’umanità di diventare reale.

 

Sia Musk che Bezos credono con passione in un futuro in cui l’umanità sarà in grado di trovare ricchezza e prosperità nello spazio: metalli, minerali, energia sono infatti abbondanti fuori dal caldo abbraccio del nostro pianeta. La gara è appena cominciata, chi sarà il vincitore non è dato saperlo ma, ad ogni modo, la nostra civiltà si potrebbe trovare sulla soglia di una nuova era carica di sfide, difficoltà e opportunità.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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