Cambiamento climatico e ambiente

Perché gli eventi meteorologici estremi sono collegati ai cambiamenti climatici

11 July 2019 | Scritto da Alberto Laratro

Nell’ultimo mese siamo passati da temperature incandescenti in tutta Italia a temporali e grandine in buona parte del Paese, cosa sta succedendo al nostro clima?

Negli scorsi giorni diverse violente precipitazioni accompagnate da grandine hanno colpito l’Italia causando non pochi danni. La settimana scorsa, in Messico, a Guadalajara, in breve tempo sono caduti quasi 2 metri di grandine, mentre in Grecia, proprio ieri, sei turisti sono morti e almeno 30 persone sono rimaste ferite a causa di un tornado e di violente grandinate che hanno colpito il nord della penisola Calcidica. Eppure, alla fine di giugno, in Italia e in diversi Paesi d’Europa le temperature hanno toccato preoccupanti livelli da record. In così poco tempo abbiamo avuto modo di provare sulla nostra pelle due eventi estremi e opposti, eppure profondamente legati. I cambiamenti climatici che ruolo giocano?

 

È una questione di calore. Secondo il rapporto dell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, l’aggravarsi della crisi climatica porterà a eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e violenti. Una delle cause è da ricercarsi nel calore. L’aumento di gas serra, principalmente CO2, in atmosfera porta – proprio grazie all’effetto serra – a un aumento delle temperature medie in tutto il globo, ovvero aria più calda. Maggiore è la temperatura dell’aria, maggiore è la quantità di vapore in grado di contenere: per ogni grado in più la quantità di vapore che può contenere aumenta del 7%. Quando quest’aria calda più carica del normale di vapore incontra una corrente fredda, l’acqua in essa contenuta si trasforma da gassosa a liquida, ecco quindi la pioggia, in questi casi torrenziale. Se però all’interno della nuvola si trovano correnti ascensionali abbastanza forti e l’aria in cima è abbastanza fredda, la pioggia viene sospinta verso l’alto dove ghiaccia e diversi cicli di salita e ridiscesa la portano a crescere di dimensione finché diventa troppo pesante e precipita sotto forma di chicchi di grandine.

 

Una rondine non fa primavera. Uno stormo probabilmente sì. “Un clima che cambia porta a cambiamenti nella frequenza, intensità, estensione spaziale, durata e tempistica di eventi meteorologici e climatici estremi e può portare a eventi senza precedenti”. Le parole dell’IPCC sono chiare, il cambiamento climatico porterà a eventi estremi sempre più frequenti. Ciò che è importante chiarire però è che un singolo evento estremo, una grandinata violenta fuori stagione, un’ondata di caldo estremo – come quella che ha colpito l’India qualche settimana fa con temperature attorno ai 50 °C – non rappresenta una “prova” del cambiamento climatico. Quelli che vanno osservati sono i trend, ovvero quanti di questi eventi estremi accadono in zone in cui magari non erano comuni nei decenni passati in un periodo prolungato.

La relazione fra il riscaldamento globale e l’aumento degli eventi estremi non è di così facile interpretazione. Oltre all’effetto di riscaldamento diretto dell’aria spiegato poco sopra, ci sono altre variabili da tenere in considerazione che rendono più complesso il sistema: diversi studi suggeriscono, ad esempio, che per spiegare meglio l’aumento di frequenza di alcuni fenomeni meteorologici estremi bisogna considerare, oltre alla temperatura e altri fattori climatici e di dinamica dell’atmosfera, anche il comportamento della corrente a getto.

 

La corrente a getto rallenta. La corrente a getto è di un insieme di venti di alta quota che soffiano da ovest verso est originati dalla differenza di temperatura tra l’aria fredda dell’Artico e quella calda dei tropici. L’Artico si sta riscaldando due o tre volte più velocemente di ogni altro luogo sul pianeta, e questo fa diminuire la differenza di temperatura tra le due masse d’aria, che a sua volta determina il rallentamento della corrente a getto. Così come un fiume che si muove lentamente, anche la corrente a getto può creare dei meandri e può bloccarsi durante l’estate, a volte anche per settimane. La presenza di masse di aria fredda in concomitanza con periodi in cui la temperatura è molto elevata porterebbe alla creazione di temporali e altri fenomeni estremi.

Alberto Laratro
Alberto Laratro

Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Comunicazione della Scienza preso presso la SISSA di Trieste ha capito che nella sua vita scienza e comunicazione sono due punti fermi.

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