Future Society

Altered Carbon e il futuro della vita

22 March 2018 | Scritto da Alessandro Zampini

Altered Carbon, nuova serie di fantascienza targata Netflix, ci proietta in un futuro in cui la tecnologia rivoluziona non solo il mondo delle cose, ma anche il concetto stesso di essere umano.

 

Fin dalla sua origine, la fantascienza ha esplorato gli impatti della scienza sul futuro della società e dell’individuo.
Autori, scrittori, artisti e sceneggiatori hanno prodotto migliaia di storie e racconti, riuscendo in più di un’occasione ad anticipare con l’immaginazione le scoperte di scienziati e ricercatori.
Altered Carbon, serie televisiva tratta dal romanzo Bay City di Richard Morgan, rimane fedele al genere, immaginando un futuro in cui la tecnologia cambia completamente il modo di vivere delle persone.

La storia di Altered Carbon si svolge in un’ipotetica San Francisco del 2384, una metropoli ultra tecnologica in cui il concetto di amortalità non è più solo un sogno. Gli esseri umani, infatti, possono cambiare corpo a piacimento, trasferendo la propria identità da un involucro all’altro, grazie a speciali “mini-hard disk” sistemati dietro la nuca, in grado di “immaganizzare” ricordi, emozioni e conoscenza. Questi corpi sono costruiti in laboratorio, sfruttando l’eugenetica e le nuove tecnologie, e possono essere creati anche da speciali stampanti 3D.
La vecchiaia, quindi, non è più una minaccia e incidenti e invalidità fisiche non spaventano: se un corpo si rovina o si deteriora è sufficiente sostituirlo. Tecnicamente non stiamo ancora parlando di vita eterna, ma di amortalità; la distruzione degli “hard-disk”, infatti, causa la “morte reale” di un individuo ma, grazie a sistemi di back-up automatici in rete, le persone possono “recuperare” la propria anima anche se la loro memoria portatile viene danneggiata, perdendo nella peggiore delle ipotesi le ore o i giorni trascorsi dall’ultimo salvataggio.

A pensarci bene, la situazione, pur essendo frutto d’immaginazione, non si discosta molto dalle teorie che vi abbiamo raccontato in questo articolo qualche settimana fa.
Ma quali sono gli spunti etici e sociali ulteriori sui quali la serie ci fa riflettere?

Il punto di vista della religione: nel futuro di Altered Carbon non tutti gli esseri umani sono favorevoli all’amortalità. I membri di una religione d’ispirazione neo-cattolica, ad esempio, sono contrari al passaggio da un corpo all’altro e alla sopravvivenza fisica dopo la morte. Così molte persone scelgono di non vivere per sempre e firmano uno speciale testamento etico che vieta a chiunque di riportarle in vita in caso d’incidenti o di morte per vecchiaia. Per queste persone, la morte diventa il significato stesso della vita.

Le differenze sociali: esistono corpi di ricambio scadenti e corpi di ricambio di qualità. Nel futuro, i ricchi possono permettersi involucri più belli, potenti e performanti, mentre i poveri si devono accontentare di corpi difettati o di recupero. Solo i primi, inoltre, hanno la possibilità di eseguire back up costanti della propria coscienza, riuscendo a diventare ancora più “amortali” delle persone comuni e quindi a vivere più a lungo. Una vita lunga centinaia di anni, però, può avere diversi effetti collaterali, primo fra tutti la perdita di valore della vita stessa: senza limiti di tempo diminuiscono le urgenze e la capacità di apprezzare il singolo momento, tutto diventa fattibile e quindi scontato.
Un’altra possibile conseguenza dell’amortalità è la tendenza delle persone a ritenersi onnipotenti e a considerarsi per questo motivo simili degli dei.

Estetica e anima: “Il tuo corpo non è ciò che sei, puoi mutarlo come la pelle di serpente”, questa è la frase pronunciata da uno dei protagonisti. Ma come reagiscono le persone quando cambiamo corpo? E i nostri sentimenti e la nostra fiducia si basano di più sull’aspetto estetico o sull’anima e la mente di una persona? La serie propone diverse situazioni e punti di vista: alcuni personaggi considerano predominante l’aspetto fisico, e quindi provano empatia per chi “indossa” un corpo conosciuto (anche se magari la mente al suo interno è diversa), altri, invece, riescono a superare le apparenze e ad amare le identità anche se conservate in corpi diversi da quelle originarie. Provate a pensarci: continuereste ad amare il vostro/a compagno/a se avesse un aspetto fisico diverso? O se magari, per mancanza di corpi disponibili, fosse costretto a “indossare” un corpo di sesso opposto rispetto a quello originario?

Concetto d’individuo e d’individualità: grazie a costosissime stampanti 3D, che permettono di stampare in tempo reale il proprio involucro preferito, nel futuro di Altered Carbon è possibile che coesistano due o più corpi uguali. Come fare a riconoscere quello originale? Come essere sicuri che la persona con cui state parlando sia vostro padre e non una copia? Il concetto d’individuo, inteso come singola persona, è messo ulteriormente in crisi da un’altra evoluzione tecnologica: la possibilità di duplicare l’hard disk con la propria identità e installarlo su più corpi diversi. Stiamo parlando di fantascienza, certo, ma quali conseguenze comporterebbe il fatto di poter essere in più posti contemporaneamente?

Trasporti: con la possibilità di scaricare la propria identità in qualsiasi corpo, spostarsi diventa più facile. Per viaggiare da un luogo all’altro, addirittura da un pianeta all’altro, basta trasferire i file che contengono la nostra conoscenza: una specie di teletrasporto dell’anima.

Intelligenza artificiale: in Altered Carbon esseri umani e intelligenze artificiali convivono in un equilibrio spesso fragile e difficile da definire. Del resto, se il corpo diventa un abito da indossare e la conoscenza (o anima che dir si voglia) è convertibile in dati e impulsi elettronici, che cosa differenzia un essere umano da un essere artificiale? Fa riflettere, in quest’ottica, che gli autori abbiano assegnato il ruolo più “umano” della serie a Poe: intelligenza artificiale che gestisce un hotel e che, a dispetto dell’origine artificiale, sembra essere uno degli unici personaggi capaci di interessarsi agli altri e a provare sentimenti.

Se il giudizio di un’opera di fantascienza si basa sulla quantità di riflessioni (e dubbi) che riesce a suscitare nel pubblico, possiamo affermare che Altered Carbon è una serie più che riuscita. Presentandoci un futuro lontano ma verosimile, ci spinge a chiederci come reagiremmo di fronte a così grandi cambiamenti tecnologici.

Per approfondire il rapporto tra tecnologia e amortalità, leggi anche il capitolo dedicato a questo tema nel nuovo libro di Cristina Pozzi: 2050. Guida (fu)turistica per viaggiatori nel tempo.

Alessandro Zampini
Alessandro Zampini

Contributor

Alessandro Zampini è giornalista, musicista, autore e copywriter e collabora con Impactscool fin dalla sua fondazione. Nei suoi articoli Alessandro indaga alla ricerca dei segnali e delle previsioni del futuro nascosti nei media, nelle narrazioni popolari e nella fantascienza.

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