Future Society

Thorn, la no profit che vuole rendere Internet un posto più sicuro

20 October 2020 | Scritto da Chiara Boni

L’aumento esponenziale di immagini pedopornografiche diffuse online negli ultimi anni dimostra che c’è ancora molto da fare per rendere Internet un posto sicuro per bambini e ragazzi. Una sfida raccolta da Thorn, l’associazione no profit che utilizza gli ultimi ritrovati tecnologici per combattere lo sfruttamento minorile.

«Non fidarti degli sconosciuti». Per i bambini di almeno un paio di generazioni fa il segreto per non cadere in trappole pericolose sembrava (quasi) tutto qui. Ma l’avvento di internet ha cambiato le cose, e le minacce per i giovani e giovanissimi si sono moltiplicate, per numero e modalità, fino a raggiungere livelli preoccupanti negli ultimi anni. Solo nel 2019, oltre 70 milioni di video e immagini che rappresentano materiale pedopornografico sono stati diffusi online, più del doppio rispetto al 2017 e 100.000 volte in più rispetto al 2001. Come spiega la Internet Watch Foundation, nelle oltre 2000 immagini raccolte nel corso di uno studio pubblicato nel 2018, un terrificante 98% delle vittime erano bambini di età pari o inferiore a 13 anni.

 

La National Society for the Prevention of Cruelty to Children del Regno Unito ha scoperto che Twitter e Twitch sono i secondi siti più popolari dopo Snapchat e Facebook per il grooming, ovvero quelle attività attraverso cui i perpetratori costruiscono un rapporto di fiducia con le vittime per poi desensibilizzarle a comportamenti abusivi, fino a convincerle a scambiarsi immagini o a incontrarsi offline. Metodi inefficaci per confermare l’età degli utenti e la semplicità di condivisione dei video, infatti, hanno reso Twitch un campo pericoloso ma incidenti preoccupanti hanno coinvolto giochi popolari come Minecraft, Fortnite e Roblox.

Ma la vera piaga resta nel fatto che una grande parte di abusi resta nascosta, e i loro autori impuniti.

 

Thorn. Proprio per ribaltare la situazione è nata Thorn, un’organizzazione non profit che utilizza la tecnologia per combattere lo sfruttamento sessuale online degli adolescenti e dei bambini. Fondata nel 2009 da Demi Moore e Ashton Kutcher come DNA Foundation, con la missione di combattere la tratta di esseri  umani, l’associazione è stata ribattezzata Thorn nel 2012, dopo la separazione della coppia, e ha ampliato la sua missione per incorporare meglio la tecnologia nella lotta contro lo sfruttamento di bambini e adolescenti.

«La quantità del materiale di abusi sessuali su minori diffusa su internet e la dimensione della popolazione che ne usufruisce è salito alle stelle. Dal 2004, c’è stato un aumento del 10.000% di immagini pedopornografiche segnalate dalle aziende tecnologiche», ha spiegato Julie Cordua, CEO di Thorn. «Sfortunatamente, è probabile che questi contenuti esistano sulla maggior parte delle piattaforme che accettano contenuti generati dagli utenti. Ad oggi sono state offerte soluzioni limitate alle piccole e medie imprese per affrontare questo problema specifico, rendendo le loro piattaforme vulnerabili a contenuti e comportamenti problematici. Il nostro prodotto Safer fornisce una soluzione per aiutare le aziende a garantire che le loro piattaforme non consentano la diffusione virale di questi contenuti illeciti». Safer è infatti uno degli strumenti sviluppati dal team di Thorn per mettere un freno alla diffusione di pedopornografia online: grazie al machine learning questo strumento riesce a identificare e segnalare contenuti illeciti, che vengono quindi rimossi nel minor tempo possibile, limitando anche le possibilità di diffonderli ulteriormente.

«Thorn è nata per affrontare il problema crescente dello sfruttamento sessuale minorile online», continua Cordua. «Abbiamo visto come la tecnologia veniva utilizzata per sfruttare bambini e adolescenti attraverso il traffico di esseri umani, la diffusione di materiale pedopornografico e atti di grooming o coercizione online. Eppure non ci sono stati sforzi concentrati per utilizzare la tecnologia per reagire e fermare questi abusi».

 

Spotlight. Oltre a Safer, Thorn lavora attivamente su altri strumenti per mettere la tecnologia a servizio delle forze dell’ordine impegnate contro la lotta allo sfruttamento: uno in particolare, Spotlight, ha attirato molte attenzioni grazie al suo altissimo tasso di successo, tanto che un agente speciale della Task Force sul traffico di esseri umani del Wisconsin lo ha definito “il migliore strumento mai creato nella lotta contro la tratta di esseri umani”.

Spotlight, infatti, aiuta le forze dell’ordine a rintracciare e mettere in salvo vittime di tratta: al momento, è usato negli Stati Uniti e in Canada, consentendo  alle forze dell’ordine di collaborare oltre le giurisdizioni o i confini nazionali e snellendo i flussi di lavoro e la burocrazia. Almeno 14,874 minorenni vittime di tratta sono stati salvati negli ultimi quattro anni grazie a Spotlight, una media di circa 10 persone al giorno, facendo risparmiare circa il 60% del tempo utilizzato quotidianamente nelle ricerche.

 

Combattere il traffico di esseri umani e lo sfruttamento di bambini. Nel 2019 Thorn si è aggiudicata, con altre otto associazioni benefiche, la somma-record di 280 milioni di dollari in finanziamenti attraverso The Audacious Project, un’iniziativa firmata TED che ogni anno identifica le migliori idee su scala mondiale con il potenziale per salvare vite umane. «Internet ha creato un’opportunità per la distribuzione di massa di immagini e video di abusi sessuali su minori, e nella maggior parte dei casi si tratta di bambini molto piccoli, spesso sotto i 12 anni», ha detto il co-fondatore di Thorn, Ashton Kutcher, in occasione del premio. «Questa straordinaria quantità di finanziamenti per combattere la diffusione di materiale pedopornografico da Internet dimostra che investitori e donatori capiscono che si tratta di una questione pericolosa e in continua crescita che deve essere affrontata il prima possibile».

Thorn continua il suo lavoro di ricerca anche grazie all’aiuto di altre associazioni, come il National Center for Missing & Exploited Children, con l’obiettivo di affrontare le sempre nuove sfide messe in campo da un panorama tecnologico in continua evoluzione.

Il traffico di esseri umani e lo sfruttamento di bambini e adolescenti sono e saranno sempre un problema umano. Ma la crescita esponenziale di questo fenomeno via internet è un problema che ha a che fare soprattutto con la tecnologia, e la cui soluzione non può che arrivare dalla tecnologia stessa. Il 2019 ha segnato il 30° anniversario del World Wide Web. Per una curiosa coincidenza, l’anno scorso si è festeggiato anche il 30° anno dalla firma della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: forse è arrivato il momento di fare il punto su quali impatti la tecnologia sta avendo sui nostri figli, e soprattutto su cos’altro possiamo fare per rendere il mondo digitale un ambiente sicuro per bambini e ragazzi.

Chiara Boni
Chiara Boni

Chiara Boni è Content Creator per Impactscool. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, è giornalista per la testata locale Pantheon Verona Network, per cui si occupa di intraprendenza femminile e attualità.

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