Giovani e futuro

L’Economia comportamentale al servizio della scuola

22 December 2020 | Scritto da Thomas Ducato

Il Covid-19 ha colpito in modo diretto il mondo dell’educazione: la guida Nudge@School offre consigli e spunti per permettere alla scuola di ripartire, con un focus su nuovi comportamenti e nuove abitudini

La pandemia in corso ha messo la scuola di fronte a nuove sfide, che interessano sia il piano educativo sia quello sociale. Oltre a progettare, organizzare e mettere in pratica procedure di prevenzione sanitaria straordinaria, è necessario favorire tra le ragazze e i ragazzi, ma anche tra docenti e genitori, lo sviluppo di comportamenti e abitudini che vadano nella stessa direzione di questa tanto decantata “nuova normalità”.

Il contributo dell’economia comportamentale. In questo contesto l’applicazione di tecniche di economia comportamentale e di nudging, una serie di strumenti per incentivare cambiamenti comportamentali e migliorare le decisioni in contesti professionali o sociali, può fornire un contributo nell’arginare alcuni dei problemi legati ai comportamenti. Ne sono convinti aBetterPlace e Nudge Italia, che hanno realizzato una guida, Nudge@School, in cui hanno individuato e approfondito 10 temi che possono offrire spunti per una nuova ripartenza della scuola.

La guida affronta le principali barriere cognitive e comportamentali che possono ostacolare lo sviluppo di nuove abitudini e cambiamenti desiderati a scuola: si tratta di una “cassetta di strumenti pratici” per fornire un supporto immediato, per affrontare i problemi e i grandi cambiamenti come quelli che stiamo attraversando.

Ne abbiamo parlato con il curatore della guida Pierluigi Cupri, choice architect di aBetterPlace e con Laura Maset, neuropsicologa e choice architect di aBetterPlace.

 

Da quali aspetti deve ripartire la scuola in un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo?

Andrebbe fatto un passo oltre le procedure, a settembre c’erano nuove abitudini da costruire, oggi abbiamo appreso e interiorizzato le regole che ci sono state date. Prima era difficile anche solo poter immaginare cosa ci potesse realmente servire e come gestire il tutto, ora abbiamo sperimentato e appreso una parte delle procedure da seguire facendole diventare degli automatismi (igienizzazione delle mani, distanziamento in classe, uso della mascherina, per citarne solo alcuni). Possiamo quindi investire sulle nostre risorse emotive e cognitive per proseguire.

La scuola può quindi riappropriarsi della sua funzione di motivatore e di centro di attrazione dei giovani. Diversi studi hanno evidenziato come i fattori che influenzano in positivo la salute psicologica dei giovani siano maggiormente legati al “supporto sociale degli amici” e al “trascorrere il tempo libero con i propri compagni”, elementi che sono venuti a mancare in questo periodo di isolamento, in particolare in quei ragazzi/e che presentavano già una ridotta rete di amicizie e in coloro che si sono trovati ad affrontare il passaggio di grado scolastico.

 

In questo contesto nasce Nudge@School

Esatto. Come aBetterPlace insieme a Nudge Italia abbiamo, in vista della riapertura della scuola, creato Nudge@School, una guida per supportare le scuole in un momento così delicato, con lo scopo di fornire degli spunti pratici per affrontare il cambiamento richiesto, riuscendo a orientare le persone verso comportamenti desiderati. Tra le proposte, abbiamo sottolineato come sia possibile ripensare a nuove forme di socialità, anche nei modi di porsi verso gli altri, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza ma evitando di creare degli “ambienti asettici anche dal punto di vista emozionale”.

Altre indagini infatti hanno evidenziato come la popolazione scolastica manifesti maggiori livelli di ansia in questo periodo, con un potenziale aumento dei tassi di abbandono scolastico la scuola dovrebbe quindi riuscire ad accogliere i vissuti e le esperienze degli studenti, rassicurando ed incentivando i processi di elaborazione dell’esperienza, lavorando anche sull’inclusione e sulla gestione dei conflitti.
Il rientro alle “vecchie” forme di socialità dopo la fine dell’emergenza, potrebbe scontrarsi con nuovi pregiudizi, come il timore verso l’altro e la paura del contatto, portando di conseguenza a una possibile diminuzione delle occasioni sociali. Il distanziamento fisico, potrebbe lasciare degli effetti anche sociali, diventando una regola a cui ci adeguiamo per automatismo, per certi versi una condanna.

Infine, dato il significativo contributo che hanno dato insegnanti e genitori dall’inizio della crisi, diventa essenziale rafforzare questa collaborazione anche nel processo decisionale per amplificare gli effetti sociali.

 

Cos’è l’economia comportamentale e come applicare i suoi principi alla Scuola? Quale aiuto può fornire la vostra guida?

 

La riapertura di settembre è stata solo temporanea e tra poco ci troveremo di fronte una nuova riapertura. Cosa è cambiato rispetto a quella di settembre?

Durante la ripartenza di settembre, dopo il periodo estivo tutto sommato tranquillo, alimentava in noi la speranza che il peggio fosse ormai passato e che in autunno l’emergenza non si sarebbe ripresentata. Purtroppo le cose non sono andate in questo modo e con il nuovo periodo di emergenza le vecchie paure e preoccupazioni sono tornate, amplificate anche dai ricordi ancora vividi dell’esperienza della prima ondata.

Inoltre, il mondo scuola, non avendo avuto modo di sperimentare in precedenza le procedure di gestione dell’emergenza (a causa dell’interruzione totale delle attività in presenza), si accingeva a ripartire a settembre con un quadro non definito e con tanta incertezza.
Ora sicuramente la scuola è più preparata e ha sviluppato maggiore esperienza, avendo avuto modo di sperimentare le varie procedure di tracciamento e di gestione dei rischi.

In questo momento, però, ci troviamo a pagare lo scotto di mesi di incertezza e paure che ci hanno pesantemente provati, lasciandoci sfiniti e affaticati sul piano emotivo e cognitivo: abbiamo quindi acquisito maggiore consapevolezza ed esperienza, ma al contempo siamo più incerti rispetto “al quando” tutto questo finirà. Per queste ragioni per molti diventa più difficile guardare al futuro in termini di progetti e obiettivi di lungo periodo: ciò potrebbe innescare fenomeni di reattanza e disobbedienza alle regole, come meccanismi di difesa, oltre a sviluppare “l’effetto struzzo”, ossia una generale tendenza a ignorare un problema o un sentimento che ci fa paura o crea in noi sensazioni di disagio.

La scuola in questa ripartenza dovrà quindi focalizzare le sue energie sul suo ruolo di motivatore sociale, aiutando studenti e studentesse a elaborare in positivo questa forte esperienza vissuta.

 

In molti settori il Covid-19 ci lascerà un’eredità, che è importante custodire e valorizzare. Quale eredità ci lascerà in tema di comportamenti, nella vita in generale e nel mondo della scuola?

Il mondo scuola ha acquisito maggiore dimestichezza con le tecnologie digitali e la didattica a distanza, che in futuro potrebbe trasformarsi in didattica integrata con la didattica in presenza. Le nuove competenze e i nuovi comportamenti sviluppati in questi mesi di “palestra sperimentale” saranno utili per migliorare le interazioni sociali a distanza, preparando gli studenti a quando verranno catapultati in un mercato del lavoro che sarà sempre più “smart” e dematerializzato in termini di spazi.
Sono emerse inoltre nuove evidenze riguardo alla necessità di ampliare la definizione del diritto all’educazione includendo anche “il diritto alla connettività”: le soluzioni digitali future per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento dovranno mettere sempre più al centro l’equità e l’inclusione, per garantire che tutti possano usufruirne.

In ambito mobilità sostenibile, l’abitudine di utilizzare la bici per gli spostamenti in città è aumentata considerevolmente dopo il primo lockdown e crediamo che – come descritto anche nella guida – una volta superate le barriere cognitive e i pregiudizi che frenano l’utilizzo della bici (anche grazie alla forte spinta data dal desiderio di evitare altri mezzi pubblici più affollati), questa abitudine potrà consolidarsi e diventare finalmente una consuetudine sostenibile anche nel nostro futuro.

L’emergenza ha accelerato la velocità dei cambiamenti e ha forzato alcuni nostri adattamenti comportamentali, facendo emergere in noi un approccio proattivo al cambiamento, che ci ha permesso di superare diverse nostre barriere cognitive e di eliminare resistenze al cambiamento. In altre parole, la pandemia ci ha resi più flessibili e resilienti – oggi ci accorgiamo che quello che ci frenava in fondo è un ostacolo superabile – e come suggerito anche dal report di agosto 2020 delle UN (una delle raccomandazioni per supportare il sistema educativo ai tempi del Covid è la costruzione di sistemi di educazione resilienti per uno sviluppo equo e sostenibile), il rafforzamento della resilienza ci consentirà di rispondere e far fronte meglio alle crisi future.

L’aver affrontato questo evento inatteso dovrebbe spingerci a riflettere che siamo tutti parte di comunità globale e che prendersi cura dell’ambiente equivale a prendersi cura di noi stessi, e che quindi è necessario imparare ad affrontare le sfide globali come un unico sistema sociale complesso, aiutando le persone a sviluppare comportamenti prosociali e a prendere decisioni sostenibili.
Abbiamo imparato anche che ci sono alcuni cambiamenti che sono più difficili di altri, per i quali siamo per natura poco abili: seguire con precisione le regole delle quali non capiamo in pieno i fini e gli scopi, comprendere le conseguenze a lungo termine dei nostri comportamenti, farci guidare da percezioni affidabili riguardo ai rischi e ai pericoli.

Per queste ragioni abbiamo un forte bisogno di comprendere meglio come funzionano i nostri processi decisionali attraverso l’architettura delle scelte e le scienze comportamentali.
Durante questi mesi abbiamo anche imparato però che possiamo essere molto bravi nel cambiare, rivoluzionando le nostre vite, la nostra società, la scuola, riuscendo ad adattarci velocemente a rivoluzioni e controrivoluzioni.

Thomas Ducato
Thomas Ducato

Direttore di Impactscool Magazine. Laureato in Editoria e giornalismo all’Università di Verona e giornalista pubblicista dal 2014, si occupa delle attività di ufficio stampa e comunicazione di Impactscool, curandone anche i contenuti, la loro diffusione e condivisione.

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