Editoriali

Buona giornata dell’ipocrisia

7 June 2019 | Scritto da Andrea Dusi

La giornata mondiale dell’ambiente ha posto l’accento per qualche ora sull’emergenza climatica: un’attenzione svanita nel giro di pochissimo tempo, come spesso accade quando si parla del futuro del pianeta. L’editoriale di Andrea Dusi

Qualche giorno fa l’ editor in chief della nostra testata, Thomas Ducato, mi ha chiesto di scrivere un articolo in vista della giornata mondiale dell’ambiente, di mercoledì 5 giugno, considerando il mio impegno su questo tema degli ultimi anni.
Non ho voluto scriverlo come forma di protesta, non nei suoi confronti, che ovviamente fa il suo lavoro e anche molto bene.
Ma come protesta contro un sistema, in questo caso quello italiano, dove si parla di ambiente solo quando c’è la “rompicoglioni” di Greta (citazione di Vittorio Feltri) e/o quando ci sono giornate dedicata appunto all’ambiente o alla Terra.
Non ci siamo, non ci siamo proprio.

La razza umana è messa a rischio nella sua esistenza e l’argomento non interessa a nessuno. Non interessa alla mediocre classe politica che ci rappresenta, non interessa ai mass media che non trattano l’argomento, non interessa alla gran parte delle istituzioni di formazione che non crea educazione civica su questi temi, non interessa all’italiano medio, convinto che finché c’è un lavoro, un aperitivo e una partita la domenica il mondo continuerà come ha sempre fatto.
Esattamente come pensavano i dirigenti della Kodak e di Blockbuster, e delle  migliaia di aziende che non hanno innovato e sono fallite o come la pensavano i nostri genitori, quando ci consigliavano il lavoro in banca perché era un posto sicuro.

Purtroppo l’emergenza climatica non sarà trattata davvero come emergenza finché una grande tragedia non colpirà una capitale europea: Londra, Parigi, Madrid, Roma o Milano. Quando sentiamo di uragani in Texas, inondazioni nel sud est asiatico, incendi in sud America, ci sembrano tutte cose lontane che non ci riguardano. Perché siamo un popolo profondamente ignorante, a tutti i livelli.
E allora quando vedo che nelle nostre scuole e università, così come nelle nostre aziende e uffici pubblici, invece di fontanelle di acqua ci sono distributori con bottigliette in plastica, penso che siamo ignoranti su questi temi.
Così come dimostriamo la nostra ignoranza come popolo quando gettiamo costantemente mozziconi di sigarette per terra. Quando le nostre spiagge e i nostri litorali fanno sempre più schifo. Quando usiamo sempre e comunque l’auto per un breve tratto e consideriamo sfigati chi magari usa un monopattino o la bicicletta.  Quando non ci indigniamo di fronte alla nostra inciviltà e alla mancanza di costante informazione e divulgazione su questi temi. Quando l’imprenditorialità del nord accetta di riempire i capannoni inutilizzati con i rifiuti che arrivano da chissà dove (se si leggono i trafiletti si capisce a cosa mi riferisco).

E non vediamo la grande, enorme opportunità anche industriale nel “cavalcare” quella che sarà la più grande industria del pianeta nel giro di pochi anni.  Siamo miopi, oltre che ignoranti. E allora che senso ha parlarne e cercare di creare comportamenti virtuosi?

Tanto sono le 18 ed è quasi ora dello spritz / aperitivo in piazza. Nel weekend è previsto bello e magari si potrà andare al mare o al lago. Tutto va come dovrebbe andare.
Sta arrivando la tragedia e, pur sapendolo, guardiamo dall’altra parte.

Andrea Dusi
Andrea Dusi

Dopo aver lavorato nella consulenza strategica (Roland Berger, Arthur D.Little), nel 2006 ha creato Wish Days, conosciuta soprattutto per i cofanetti regalo Emozione3. Ad aprile 2016 ha venduto la società al gruppo Smartbox con una exit milionaria. Nel 2017, insieme a Cristina Pozzi, già sua socia in Wish Days, ha fondato Impactscool, di cui è Presidente Esecutivo.

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